Il florovivaismo è un settore importante dell’agricoltura regionale ed in particolare nelle provincia di Latina, dove gran parte della superficie agricola è destinata a colture florovivaistiche. Soprattutto quest’area si distingue per la presenza di imprese con dimensioni più ampie rispetto alle altre province laziali. Purtroppo la fase congiunturale negativa mette a rischio il futuro di alcune produzioni tipiche del florovivaismo come il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, a causa dell’aumento record dei costi energetici, che “spegne” le serre laziali. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lazio sul caro bollette, che ha un doppio effetto negativo perché da un lato riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, dall’altro aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno.
Il florovivaismo è uno dei settori più colpiti dalla pandemia e allo stesso tempo quello che ha mostrato grandi capacità di ripresa nel Lazio, con un aumento del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy solo nel primo trimestre del 2021. Questo rappresenta solo uno dei motivi per cui il comparto florovivaistico necessita di essere tutelato. In gioco ci sarebbe soprattutto il futuro di oltre 200 mila lavoratori.
“Il florovivaismo rappresenta una filiera strategica per la ripresa e non possiamo permetterci di mettere a rischio un comparto che a fatica sta riuscendo a risollevarsi. Le nostre aziende, oltre alle difficoltà economiche causate dalla pandemia, devono affrontare anche l’aumento dei costi per le materie prime. Una situazione insostenibile” affermano dalla Coldiretti. Proprio le difficoltà dei floricoltori pontini e laziali sono al centro di una mozione presentata dai consiglieri della Lega Angelo Orlando Tripodi e Pasquale Cangemi che verrà discussa in Consiglio regionale. Al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti è stato chiesto l’impegno a dichiarare lo stato di crisi dell’intero settore.