La pandemia ha rialzato la testa proprio quando nessuno si aspettava che ciò accadesse: in piena estate. Naturale che la coperta dei posti-letto Covid si sia fatta all’improvviso troppo corta. Per metterci una pezza la Regione Lazio ha aumentato i posti letto Covid in tutti gli ospedali della regione soprattutto alla luce del fatto che i degenti hanno sfondato quota mille (1.074 ad essere precisi) a fronte di una Rete-Covid che attualmente conta solo 853 posti negli ospedali pubblici (gli altri sono ricoverati in strutture private). Regione Lazio ha così emanato una nuova ordinanza (la terza in un mese) nella quale si configura “l’area medica e semintensiva da attivare entro il 28 luglio”. Tradotto dal burocratese: i posti letto sono stati aumentati di 224 unità. Andranno ad aggiungersi agli attuali 853. L’incremento più consistente riguarderà il Policlinico Umberto I che avrà 40 letti in più. Lo Spallanzani arriverà a un totale di 160 posti letto con i 12 che andranno a sommarsi gli attuali 148. Il Policlinico di Tor Vergata salirà a 64 e altri 14 giacigli arriveranno al San Camillo-Forlanini. L’Asl di Rieti potrà beneficiare di altri 12 posti (ne aveva 40) mentre quello di Viterbo ne beneficerà di 16 in più (attualmente ne ha 56). Gli ospedali di Frosinone e Latina potranno contare su 14 nuove postazioni (attualmente ne hanno rispettivamente 46 e 44). Ma altri letti per malati di Covid saranno distribuiti anche a quello che è il più piccolo e tra i più periferici (ma non per questo meno importanti) ospedali del Lazio, quello di Subiaco. Ora ne ha solo 30 ordinari per acuti. Ne otterrà un terzo in più. Anche se, ad onore del vero e come denuncia la Cisl in quel nosocomio lavorano solo 10 infermieri e due Oss. A non dire della mancanza di un elettrocardiografo mentre, denuncia la Cisl “il defibrillatore non è di ultima generazione, l’ospedale dispone di due soli saturimetri, un defibrillatore non di ultima generazione e senza funzione di stimolazione e i medici hanno a disposizione un solo laringoscopio”.