Il risultato delle amministrative di Anzio e Nettuno suona come un campanello d’allarme. Per il centrodestra laziale ovviamente. Ai turni di ballottaggio, infatti, l’hanno spuntata Aurelio Lo Fazio ad Anzio (sostenuto da Pd, M5S e quattro liste civiche) e Nicola Burrini a Nettuno (sostenuto da Pd e due liste civiche). I due comuni erano stati sciolti nel 2020, in seguito all’inchiesta “Tritone” della direzione distrettuale antimafia di Roma sulle fortissime e ramificate infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel tessuto politico ed economico territoriale.
DOPPIO RIBALTONE
Nel primo caso, Lo Fazio ha ottenuto il 55,25% al secondo turno contro Stefano Bertolini, candidato del centrodestra, che si è fermato al 44,75%, perdendo quasi tre punti percentuali rispetto a quanto guadagnato al primo turno. Nicola Burrini, invece, è diventato sindaco di Nettuno con il 57,66% al ballottaggio che lo ha visto contrapposto al candidato di FdI, FI, Noi Moderati e Lega Daniele Maggiore, che si è fermato al 42,34%. Nel caso di Nettuno la sfida era molto più in bilico: al primo turno Maggiore aveva sfiorato il 30%, con Burrini al 28,02%. Una situazione di sostanziale parità, che vedeva la destra in leggero vantaggio, ribaltata al secondo turno. Particolarmente bassa l’affluenza in entrambe le cittadine del litorale laziale. Ad Anzio lo scorso fine settimana sono andati a votare il 32,64% degli aventi diritto (il 13% meno del primo turno), mentre a Nettuno il 31,27% al ballottaggio contro il 46,86% del turno del 17 e 18 novembre.
CONSEGUENZE SUL PONTINO
Ed il dato delle amministrative potrebbe avere riflessi importanti sugli equilibri nell’ambito della gestione del servizio idrico dell’Ato 4, nell’ambito del quale rientrano i due Comuni della provincia di Roma. Proprio per il mancato voto dei sindaci dell’Ato 4 (tra cui rientrano i Comuni di Anzio e Nettuno) e per l’assenza dei requisiti di “socio industriale” il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone ha contestato l’acquisto delle quote di Veolia e della società Acqualatina da parte di Italgas, definendolo illegittimo.
Fazzone ha sollevato il problema in un’interrogazione presentata al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto-Fratin con la quale ha chiesto un’ispezione ed una verifica per capire se siano state rispettate le indicazioni della normativa di settore. Qualora le ragioni del leader regionale di FI si rivelassero fondate, si potrebbe arrivare alla decadenza del vertice di Acqualatina e ciò dovrebbe avere come conseguenze il ritorno al voto dei soci. Con Anzio e Nettuno in mano al Pd i rapporti di forza cambierebbero. Ed anche le alleanze potrebbero non rispecchiare gli attuali assetti politici nazionali e locali. Insomma, la partita per la governance del gestore idrico potrebbe riaprirsi. E sarebbe davvero un colpo di scena inaspettato.