Inaugurato il primo modulo del Hyper cloud data center di Aruba di Roma, il mega centro di archiviazione dati, destinato a gestire a regime 30 megawatt, realizzato nel cuore del Tecnopolo Tiburtino. Situato in un’area già sede di oltre 150 aziende innovative, il nuovo Data center di Aruba, una volta completato, diventerà un campus di 74.000 metri quadrati, di cui 52mila di superficie destinata ai data center. Il secondo modulo, di fatto già realizzato, sarà attivato nella prima metà del 2025 mentre i successivi tre saranno costruiti negli anni successivi con tempistiche legate alle esigenze di mercato. L’Hyper cloud è di fatto il luogo fisico che contiene i grandi server della stessa Aruba, ma anche di aziende terze, in grado di immagazzinare e gestire i dati di imprese, privati, banche, enti pubblici, e grandi player internazionali.
Al taglio del nastro erano presenti Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba, Maurizio Veloccia, Assessore capitolino all’Urbanistica e Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio, azionista di riferimento del Tecnopolo Tiburtino, l’area compresa nella cosiddetta Tiburtina Valley, ovvero la zona dedicata alle industrie tecnologiche di Roma.
HUB STRATEGICO
“La scelta della Capitale come sede del Campus non solo rafforza la copertura geografica del nostro network, ma sostiene anche il ruolo di Roma come hub strategico a livello nazionale, bilanciando la concentrazione nell’area di Milano- ha commentato Cecconi durante la presentazione- Questo nuovo campus è il risultato del nostro impegno nell’ideare soluzioni che massimizzano affidabilità ed efficienza, minimizzando al contempo l’impatto ambientale”.
La nuova infrastruttura romana, costata circa 300 milioni, si aggiunge al network di data center di proprietà del gruppo Aruba, che comprende il Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, e i due data center di Arezzo. “Roma arriva dopo Bergamo e la Toscana e anticipa i data center in altre città- ha aggiunto Cecconi- non è sano dal punto di vista tecnico concentrare tutto in pochi luoghi. I data center di Parigi, Francoforte ed Amsterdam sono andati in crisi per questo motivo ed è stato vietato costruire altri data center in quelle città”.
Come per gli altri data center di Aruba, anche quello di Roma è stato pensato per consentire ai clienti di fruire, in massima autonomia, di soluzioni di connessione a internet affidabili e ad altissime prestazioni, e favorire lo sviluppo di interconnessioni a beneficio dell’intero ecosistema, ponendo Roma come ulteriore punto di snodo di connettività e centro di erogazione di servizi IT e cloud nel Paese. I due moduli di Roma sono quasi interamente ricoperti di pannelli fotovoltaici e sono gestiti con sistemi di raffreddamento ad alta efficienza. Le singole sale dati sono modulabili in base alle esigenze dei clienti e traggono energia ciascuna da due fonti di alimentazione separate e indipendenti per garantire sempre il servizio anche in caso di inconvenienti”.