Crediti di imposta per tre anni alle piccole e medie imprese guidate da giovani (con meno di 36 anni) che decideranno di avviare un’attività in un comune di montagna. Interessi passivi dei mutui prima casa detraibili ad ampio raggio per chi non ha ancora compiuto 41 anni e si trasferisce in un comune con popolazione fino a 2.000 abitanti. La detrazione dall’imposta lorda sarà pari al 100% degli interessi passivi entro un ammontare di 500 euro e pari all’ 80% sulla parte degli interessi passivi che va da 500 a 1.125 euro.
Incentivi ai medici e agli operatori sanitari che decideranno di andare a lavorare negli enti montani: sarà loro riconosciuta una corsia preferenziale per accedere alla posizione di direttore sanitario e beneficeranno di un credito d’imposta se prendono in locazione o acquistano un immobile ad uso abitativo in un municipio di montagna. Premi anche agli insegnanti che prestano servizio in aree montane con contratti a termine: accumuleranno un maggior punteggio e beneficeranno dello stesso credito d’imposta per la casa riconosciuto ai medici. Crediti di imposta in arrivo anche per gli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei comuni montani e che investono in «pratiche benefiche» per l’ambiente ed il clima. E’ quanto prevede il disegno di legge per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane approvato ieri in via preliminare dal consiglio dei ministri con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e il ripopolamento dei centri montani. Una legge attesa da 30 anni che dà il via alla Strategia nazionale per la montagna italiana, finanziata grazie al Fondo rimpinguato dall’ultima legge di bilancio con 100 milioni per il 2022 (prima erano 29,5 milioni) e 200 milioni a decorrere dal 2023.
Si prevede altresì, entro 45 giorni, la definizione di criteri per la classificazione dei comuni montani ai quali si applicheranno le disposizioni della legge sulla base della combinazione del criterio altimetrico con gli indici del calo demografico, della distanza e della difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali, dei tempi di collegamento stradali o ferroviari con i centri urbani, della densità delle attività commerciali e degli insediamenti produttivi, dell’indice di vulnerabilità economica desunto dal reddito medio pro capite o del reddito imponibile medio per ettaro. Sulla base di tali parametri, si potrebbe ipotizzare la possibilità che ad essere interessati dal disegno di legge: Filettino, Acquafondata, Terelle, Viticuso, San Biagio Saracinisco, Trevi nel Lazio e Torre Cajetani.
«Questo complesso di misure va ad inserirsi in una strategia generale che vede le montagne italiane protagoniste anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con le green communities, di cui il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie è amministrazione titolare», ha spiegato il ministro per gli affari regionali Mariastella Gelmini.