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De Angelis riapre i giochi a Frosinone, Lozza riapre la discarica a Roccasecca

Licandro Licantropo
Le elezioni comunali sono determinanti per i futuri equilibri della regione Lazio e per le ambizioni di chi cerca un posto al sole in Parlamento
Marzo 24, 2022
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Francesco De Angelis e Domenico Marzi

Uno potrà avere tutte le convinzioni del mondo. Alcune avvalorate dall’esperienza, altre da considerazioni oggettive, altre ancora da ‘numeri’ che spesso sono più spietati delle speranze e delle aspettative. Ma se la partita tra Mastrangeli e Marzi in qualche modo potrà essere riaperta lo si deve unicamente a quella vecchia volpe di Francesco De Angelis. Che dopo aver incassato il durissimo colpo del ‘niet al suo progetto (quello che vedeva Mauro Vicano candidato sindaco della coalizione di centrosinistra) ha esclamato ‘obbedisco’ e invece di farsi da parte si è messo al lavoro su un’ipotesi totalmente diversa. Senz’altro più difficile e piena zeppa di ostacoli da rimuovere. Con cura ed attenzione. Quell’ipotesi che rispolvera l’ex sindaco Marzi lanciandolo, a 15 anni dal suo ultimo giorno in piazza VI Dicembre, alla riconquista del Comune di Frosinone.

Ora, senza addentrarci ancora una volta su quanto porteranno tutte le operazioni concluse e messe in campo in questo work-in-progress che dura da tre settimane, uno che conosce la passione calcistica di Francesco De Angelis per la Juventus si chiede che ci faccia ancora alla guida della società bianconera uno come Andrea Agnelli. Perché l’operazione di convincimento e la moral-suasion operate nell’ordine su Gianfranco Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi, Carmine Tucci e Carlo Gagliardi è stata quella di un rullo compressore che, senza guardare in faccia nessuno, ha messo a disposizione del riluttante Marzi quella squadra che il buon Memmo chiedeva come ‘minimo garantito’ rispetto alla sua disponibilità a mettersi in campo. De Angelis ha fatto il ‘presidente’ che ogni ‘allenatore’ vorrebbe. Riservandosi di portare in dote il ‘gioiellino’ Michele Marini prima della chiusura dei giochi.

In questa operazione che riapre la partita delle comunali di Frosinone, con l’incognita Mauro Vicano che a questo punto da buon socialista si giocherà (in caso di ballottaggio) la carta di governare la coalizione decisiva per la vittoria dell’una o dell’altra coalizione, Francesco De Angelis ha avuto l’appoggio incondizionato e decisivo di Bruno Astorre che ha piazzato le sue antenne su Frosinone a dimostrazione di quanto, forse per la prima volta, le elezioni comunali siano importantissime e determinanti per i futuri equilibri della regione Lazio e per le ambizioni di chi cerca un posto al sole in Parlamento

La solita manfrina di Lozza e la discarica che si avvia a riaprire

Non inganni nessuno la procedura di licenziamento avviata per i dipendenti della Mad. La discarica di Roccasecca è viva e vegeta e l’istrionico Valter Lozza ne ha trovata un’altra delle sue per mettere la Regione con le spalle al muro. Questa volta non si tratta della solita chiusura ‘tattica’ per ribadire l’importanza strategica del suo sito. Ora l’imprenditore originario di Ceprano, finito per lungo tempo ai domiciliari e rinviato a giudizio con l’ex dirigente delle politiche ambientali e gestione rifiuti della Regione, Flaminia Tosini con l’accusa di corruzione e turbativa del procedimento, vuole fare ‘all-in’. Vuole continuare a incassare milioni di euro al riparo da altri problemi di natura penale. Sa bene che, per l’inezia, l’ignavia e l’ipocrisia della politica, regionale e provinciale, non ci sono altri siti a disposizione nell’immediato. E tenta di superare, minacciando la chiusura definitiva, le ultime ‘tagliole’ che potrebbero riaprire la discussione su possibili reati ambientali. Vuole, e in questo caso ha tutte le ragioni per farlo, che qualcuno, prima di portare i rifiuti nel suo nuovo invaso, si assuma la responsabilità nel certificare che i livelli di inquinamento contestati alla Mad si riferiscano alla natura dei terreni sui quali sorge la discarica e che non hanno nulla a che fare con l’attività svolta dall’azienda. Licenziamenti, minacce di chiusura definitiva sono soltanto strumenti per alzare il livello dello scontro quando tutti sanno che negli uffici regionali l’opzione Roccasecca è l’unica in campo e stanno facendo del tutto per renderla operativa nel più breve tempo possibile. 

Quello che invece è diventato urticante ed offensivo per il nostro territorio è il fatto che, ad ogni emergenza, il problema rifiuti si debba risolvere in Ciociaria. Sempre nello stesso posto. Come se non ci fossero in giro per la regione delle alternative dove, a parità di problemi con le realtà locali, si potrebbero localizzare nuove discariche. A servizio degli Ato di riferimento ma soprattutto di una Capitale che è lontana anni luce dalla soluzione, seppur minima, della questione rifiuti.

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