“Sul tema del disavanzo sanitario nel Lazio, dobbiamo fare una discussione franca” a dirlo è stato l’ex assessore della Sanità e oggi consigliere di minoranza in Regione, Alessio D’Amato, che è intervenuto, l’altro ieri, in Consiglio regionale, in replica alla relazione dell’assessore al Bilancio Giancarlo Righini, che aveva appena illustrato, tra le tante altre cose, i dati del disavanzo sanitario che, al quarto trimestre 2022, ammonta a 216 milioni di euro e che rischia di aumentare notevolmente a fine 2023.
Deficit sanitario, D’Amato: “Le verifiche spettano al Ministero, ma sbagliato aumentare le tasse”
Numeri che, per D’Amato, spetterà comunque al tavolo di verifica tecnico del Ministero confermare, consapevole che, ad ogni modo, “dai dati in possesso fosse un consuntivo ampiamente prevedibile per quanto riguarda ‘l’atterraggio’ che c’è stato, e che però questo non debba essere alla base di valutazioni che sono state fatte circa il mantenimento dell’aumento della pressione fiscale complessivamente al 3,33 e anche sulle valutazioni che verranno fatte sul finanziamento, sul rifinanziamento, sul maggior finanziamento del fondo di riduzione della pressione fiscale alle categorie meno abbienti”.
Per D’Amato, infatti, bisogna comprendere che “se verranno confermati, 216 milioni di disavanzo rappresentano l’1,5 per cento dei trasferimenti del fondo sanitario” un valore “ampiamente al di sotto della soglia del 5 per cento” che se superato potrebbe far scattare il commissariamento della Sanità regionale “e ampiamente finanziabili anche dall’extra gettito, che in via prioritaria è destinato alla copertura dei disavanzi regionali”.
Mancata copertura costi Covid e aumento dei delle spese energetiche
Quindi nessun problema irrisolvibile o rischio di una Sanità che torni commissariata ed al riguardo, l’ex candidato governatore del centrosinistra, ha illustrato alcuni “elementi politici”: “L’annualità appena trascorsa per tutte le Regioni italiane, dal punto di vista del Fondo sanitario e dei Servizi sanitari regionali, è stata un’annualità molto complicata, così come lo sarà la 2023. Ecco perché dico, venendo incontro anche ad alcune esigenze di chiarire bene quali sono gli aspetti, perché non vorrei che si confondesse questo elemento di disavanzo come il punto da cui far partire tutta una serie di provvedimenti, perché così non è”.
E non lo sarebbe, per D’Amato, per due ragioni: “La prima è la mancata copertura dei costi della pandemia per tutte le Regioni italiane” per 5 miliardi di euro. La copertura dovrebbe avvenire tramite il Fondo nazionale sanitario, nel quale versa i soldi lo Stato ed a cui attingono le Regioni, in cui Lazio pesa il 9,6%; la seconda “Così come tutte le Regioni italiane” è in particolare “l’aumento dei costi energetici e delle materie prime e anche il tema inflattivo, che sfiora il 10 per cento”. Ovviamente, per D’Amato, c’è anche la questione della governance delle strutture sanitarie, che deve essere adeguatamente monitorata ma non si può negare che “maggiori costi energetici, costi inflattivi e mancata copertura dei costi Covid, provocano un livello di sofferenza per l’insieme delle Regioni italiane, fra cui anche la nostra”.
Nessun rischio commissariamento (per ora) ma serve battersi per potenziare il Fondo
Nel merito, il fatto che la Regione rischi di tornare commissariata per la Sanità (ne è uscita appena 3 anni fa) D’Amato che detto: “Gli elementi con cui si va in commissariamento sono sostanzialmente due: il primo è quando non si è in grado di erogare i livelli essenziali di assistenza sopra determinate soglie” e questo il Lazio per il momento non lo rischia, “il secondo è – come detto sopra -il superamento nel disavanzo consolidato del 5 per cento del trasferimento del Fondo sanitario, per cui è una soglia – quel 5 per cento – che si avvicina ai 600 milioni. Una soglia attualmente elevata, però – è tornato a sottolineare D’Amato – , in mancanza di ulteriori interventi nazionali a livello strutturale, non è una soglia impossibile nei prossimi anni, perché questo è il punto di fondo su cui voglio soffermarmi – dice D’Amato -: ecco perché è importante che venga adeguatamente finanziato il Fondo sanitario. Questa è una grande battaglia che assieme le Regioni italiane debbono fare”.