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Di Pofi-Querqui: è qui la sfida


Licandro Licantropo
I grandi numeri delle elezioni comunali di Ceccano: 5 candidati a sindaco, 21 liste, 329 aspiranti consiglieri. Ma è già evidente che il duello politico è tra il centrodestra di Ugo Di Pofi e il centrosinistra di Andrea Querqui.
Le strategie di Manuela Maliziola, la “battaglia” di rappresentanza di Luigi Mingarelli e la partita “contro” di Fabio Giovannone.

Aprile 27, 2025
Di Pofi e Querqui

I grandi numeri delle elezioni di Ceccano sono questi: 5 candidati a sindaco, 21 liste e 329 aspiranti consiglieri comunali. In attesa delle verifiche della documentazione e delle firme da parte della commissione elettorale.
Il primo turno si terrà il 25 e 26 maggio. Se nessuno raggiungerà il 50% più uno dei consensi, sarà necessario il turno di ballottaggio, l’8 e 9 giugno. Una prima considerazione: i consiglieri in totale saranno 16. Significa che 313 dei 329 candidati resteranno a casa. Ce la farà 1 su 20. Anzi, su quasi 21.
Allo scranno più importante di Palazzo Antonelli ambiscono in 5: Andrea Querqui (8 liste), Ugo Di Pofi (5), Fabio Giovannone (3), Manuela Maliziola (3), Luigi Mingarelli (2).
Sul piano politico, però, la sfida è una sola: tra il centrodestra rappresentato da Ugo Di Pofi e il centrosinistra a sostegno di Andrea Querqui. E già. Intanto perché Di Pofi ha i simbolo di Fratelli d’Italia (primo partito nazionale, regionale, provinciale, comunale) e della Lega. In secondo luogo basta scorrere le liste per capire che principi e valori del centrodestra sono da quella parte. Non c’è il simbolo di Forza Italia, elemento sul quale gli “azzurri” dovranno avviare una riflessione. Ma non c’è dubbio alcuno che chi vota per il partito di Antonio Tajani e Claudio Fazzone sa bene in quale esponente politico riconoscersi.
Con Andrea Querqui ci sono 8 liste, ma pure diverse contraddizioni sul piano politico. Dalla stessa parte Pd e Psi, che a Frosinone sono su versanti contrapposti da anni. E che sul piano provinciale sono distanti anni luce. Il Movimento Cinque Stelle con il Campo Largo non c’entra più nulla ad ogni livello. Tranne a Ceccano evidentemente. Alleanza Verdi e Sinistra è ovunque su posizioni antitetiche al centrosinistra classico. A Ceccano sorprendentemente no. Poi c’è la lista che fa riferimento al consigliere provinciale Luigi Vacana e a Biagio Cacciola, un tempo (ormai lontanissimo) tra i punti di riferimento provinciale dell’Msi prima e di Alleanza Nazionale dopo. Da anni si sente più a suo agio con Massimiliano Smeriglio, ma è sempre difficile prenderne atto. La coalizione di centrosinistra che sostiene Querqui va più in estensione che in profondità e questo vuol dire che la tenuta politica e le percentuali di consenso andranno verificate sul campo. Poi c’è il problema del Pd. Emanuela Piroli ha risposto “obbedisco”(per ora) ai leader provinciali del partito, ma non avrà mai la vocazione del gregario. Quanto a Giulio Conti, riuscirà a davvero a rappresentare il “centro di gravità” di un partito perennemente lacerato tra le diverse correnti? Ceccano non è un’eccezione.
Ugo Di Pofi ha meno liste, ma può contare su una coalizione più compatta e probabilmente maggiormente radicata sul piano del consenso elettorale. Si parla molto delle percentuali di affluenza. Va detto che le 21 liste e i 329 candidati al consiglio comunale rappresentano già un segnale di partecipazione. In un eventuale ballottaggio, senza più il traino delle liste, la partita si trasformerebbe in un testa a testa. Tra Ugo Di Pofi e Andrea Querqui. Un testa a testa aperto e incerto.
Naturalmente ci sono anche gli altri candidati a sindaco. Per Luigi Mingarelli l’obiettivo è quello di una campagna elettorale di “testimonianza politica”. Sui temi della Sinistra e dell’Acqua Pubblica. Mentre l’ex sindaco Manuela Maliziola vuole dimostrare al centrosinistra, e in primis al Pd, cheesistono delle realtà politiche locali delle quali si farebbe bene a tenere conto. Invece di metterle costantemente alla porta. Qualunque risultato otterrà, sarà lei a gestirlo in prima persona. Perfino nell’ottica di un eventuale schieramento al ballottaggio. Poi c’è Fabio Giovannone, che parla di un Altro Centrodestra. C’è un particolare però: i simboli dei partiti del centrodestra (quello vero) sono schierati a sostegno di Ugo Di Pofi. Con Giovannone ci sono i “dissidenti”. Non meraviglia tanto il rampante Fabio che ha dimostrato coraggio e (forse) lungimiranza. Ma tra i suoi candidati ce ne sono alcuni, tra i quali Alessandro Savoni (ancora tesserato di FdI…) che prova a far ripetere la storia del 1994. Quando l’ostinazione di papà Giancarlo consegnò per venti anni la città al centrosinistra favorendo la vittoria al ballottaggio di Maurizio Cerroni contro Stefano Gizzi. Ora le condizioni sono leggermente diverse a quelle di allora. Ma in caso di ballottaggio il centrodestra (o l’eventuale competitor) dovranno prepararsi a combattere logiche che ben poco hanno a che fare con la politi

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