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Djokovic e Swiatek sovrani di Roma

Roberto Mercaldo
Bastano due set ai numeri uno del mondo contro Tsitsipas e Jabeur.
Maggio 16, 2022
Novak Djokovic

 A 34 anni e nove mesi esibisce la freschezza atletica e la buona volontà di un ventenne. Non è il solo segreto dei suoi successi, ma nemmeno un elemento trascurabile. Novak Diokovic, detto Nole, è tornato a sedersi sul trono di Roma, conquistando il sesto titolo. I 10 di Rafa Nadal sono irraggiungibili, ma il secondo posto all-time è sempre più solido. Nell’ultimo atto dell’edizione 2022, Nole ha battuto in due set uno Stefanos Tsitsipas bruciato dall’ansia, dalla fatica dei match precedenti e da una rimonta clamorosa operata dal serbo nel secondo set. Dopo un primo parziale a senso unico, concluso con un “bagel” davvero insolito per una finale, anche l’indistruttibile Djokovic ha sentito sulla sua pelle il morso infido della fatica e, forse ingannato dalla facilità della prima conquista, ha inanellato errori inusuali. L’ellenico dalla chioma fluente ha immaginato le gesta dei suoi illustri ed epici predecessori, e con la racchetta trasformata in iconica lancia, ha disegnato il campo con incisività e con una buona dose di fantasia. Sul 4/1 in suo favore e con Djokovic al servizio, Tsitsipas ha avuto persino a disposizione la palla del doppio break. In quel momento però è svanita la grande illusione, perché Djokovic non è solito mollare la presa e, conquistato il sesto gioco, ha pensato bene di provare ad evitare il terzo set. Sul 5/3 per Tsitsipas, ecco il fatale break, propiziato anche da un doppio fallo e da un facile dritto spedito fuori dal greco. Al tiebreak, equilibrio sostanziale, ma i punti decisivi, guarda un po’, sono di Nole, che chiude i conti senza dover fare gli straordinari, ringrazia il pubblico di Roma e prenota il trionfo a Parigi, sempreché un altro eterno giovane di nome Nadal non sia ancora in grado di rovinargli la festa. Sarà super favorita a Parigi anche Iga Swiatek, che ha travolto Once Jabeur con scarso rispetto verso il suo talento e la sua comprovata forma. Dopo un primo set dominato, Swiatek si è portata sul 4/0 nel secondo, ma lì l’orgoglio della tunisina ha generato una reazione valsa due game e lo 0/40 sul servizio di Swiatek. Mentre qualcuno già immaginava un remake del match con la Sakkari, vinto da Jabeur quando era sull’orlo del baratro, la polacca che sembra un videogioco è tornata incisiva e feroce e per la Once l’orizzonte di gloria è svanito come una “fata morgana”. Sì sono invece concluse al “tiebrekkone”, un tiebreak allungato a 10 punti, le due finali del doppio. Tra gli uomini la coppia più eterogenea di sempre, composta dal gigante Isner e dal piccolo Schwartzman, si è arresa a Mektic-Pavic dopo una lotta entusiasmante. Analogo destino è toccato alle outsider Dabrovski e Olmos, piegate da Kudermetova e Pavlyuchenkova per 10/7. Bella edizione per gli Internazionali, con sole, pubblico e vincitori illustri. Tre tornei su quattro hanno infatti visto vittoriosi i numeri uno del mondo. Appuntamento al 2023, ora tutti a Parigi

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