Piove sul bagnato su Ecoambiente e sul suo manager. La società come è ben noto a Latina, gestisce sei invasi della discarica di Borgo Montello. Il suo amministratore delegato, l’ingegner Pierpaolo Lombardi è finito nel registro degli indagati a Velletri, relativamente all’inchiesta aperta dalla Procura sul sequestro della discarica di Roncigliano.
Per lui l’accusa è di gestione di rifiuti non pericolosi in assenza di autorizzazione. Il manager è indagato per non aver prestato le garanzie finanziarie necessarie per assicurare che, una volta chiuso un impianto, si provveda alla bonifica e che tali costi non finiscano per ricadere sui cittadini. La Ecoambiente avrebbe incassato per smaltire i rifiuti le somme previste sia per la gestione dell’impianto dopo la chiusura che per la garanzia finanziaria prestata. Sempre Pierpaolo Lombardi è responsabile della discarica di Viterbo a Monterazzano.
Ma i guai sui Colli Albani non sono gli unici per la società. Relativamente a Latina, Ecoambiente sta continuando in una battaglia estenuante contro il Comune di Latina per l’annullamento della Determinazione del 7 febbraio 2014, avente ad oggetto il “Procedimento di bonifica del sito unico della discarica di Borgo Montello” e del Verbale di Conferenza di Servizi del 12 settembre 2019 tenutasi presso il Comune di Latina.
Nel giugno 2021 il Tar ha respinto i ricorsi presentati da Ecoambiente contro gli atti adottati dal Comune di Latina relativi alle attività di bonifica svolte dalla società nelle aree delle discariche di Borgo Montello. Obblighi di bonifica del sito che la società non ha mai rispettato come da cronoprogramma, tanto che ancora oggi a distanza di più di 11 anni dalle prime determine quel processo di messa in sicurezza è tutt’altro che concluso. E’ stato d’altronde accertato il notevole livello di contaminazione del sottosuolo e delle falde acquifere nella quarta discarica d’Italia. Dunque si deve procedere verso la bonifica per limitare i danni ambientali già accertati ed evitarne di nuovi. La società controllata dal Gruppo Cerroni non si rassegna ed è pronta a dare battaglia anche al Consiglio di Stato.