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Effetto domino

Massimo Pizzuti
Le regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, la bufera mediatica sul ministro Sangiuliano, la manovra economica: i leader nazionali sono impegnati su questi temi. Nel Lazio, oltre alle risposte a Forza Italia, serve uno scatto su rifiuti e sanità. E al Comune di Frosinone il centrodestra non può davvero permettersi problemi di natura personale.
Settembre 3, 2024

Le priorità della politica sono le elezioni regionali che si terranno in autunno in Liguria e poi in Emilia Romagna e Umbria. A sinistra in corso le ennesime prove generali del Campo largo e il sostegno del Movimento Cinque Stelle alla candidatura di Andrea Orlando (Pd) in Liguria è un segnale. Anche se la coperta rimane corta, considerando l’incompatibilità assoluta tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.
Nel centrodestra il presidente del consiglio Giorgia Meloni agisce su svariati fronti: dalla bufera mediatica sul ministro Gennaro Sangiuliano (che non sembra essersi pacata nonostante l’incontro di oggi a Palazzo Chigi e che vede il titolare della Cultura in seria difficoltà rispetto alla vicenda riguardante il presunto incarico conferito a Maria Rosaria Boccia) ad una manovra economica da scrivere con pochissime risorse a disposizione. Inoltre non è facile tenere insieme le ambizioni centriste di Antonio Tajani (Forza Italia)  e la necessità di Matteo Salvini (Lega) di non perdere ulteriore terreno dagli “azzurri”. Almeno sul fronte dei sondaggi. Con un occhio attento alle regionali che rappresenteranno un test importante.
Nel Lazio la situazione non è cambiata rispetto a qualche settimana fa, ma a questo punto nel mese di settembre dovranno essere date delle risposte. Non soltanto a Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di FI, che si aspetta un maggior peso degli “azzurri” in giunta. Sia a livello decisionale che di rappresentanza. Fratelli d’Italia sta lavorando ad una soluzione, attraverso il deputato e coordinatore regionale Paolo Trancassini. Mentre a livello di giunta (e non solo) è l’assessore Giancarlo Righini a essere costantemente in prima linea con un’offensiva “diplomatica” che ha avuto il merito di tenere sotto controllo la situazione del centrodestra anche quando FI era salita sulle barricate.
Settembre è un mese fondamentale per l’Amministrazione Rocca. Non soltanto perché il Giubileo è ormai alle porte, ma perché dovranno essere delineate delle strategie precise in una materia come quella del Piano dei rifiuti. L’estate era stata individuata come la stagione della comunicazione dei possibili siti per realizzare una discarica in provincia di Frosinone. Novità non ci sono state, ma a questo punto è necessario capire l’intera strategia in tutto il Lazio. Certamente, perfino in un discorso di prospettiva, non potrà bastare il realizzando Termovalorizzatore di Roma. Sul versante della sanità si sta lavorando per arrivare alla nomina dei direttori generali in tutte le Asl del territorio. Compresa quella di Frosinone. E’ un altro tassello importante nell’azione amministrativa regionale.
Ecco perché ricompattare pienamente e sostanzialmente la coalizione di centrodestra nel Lazio rappresenterà il primo passo per un’accelerazione sul versante dell’amministrazione. Claudio Fazzone ha fatto i suoi conti: Forza Italia conta 7 consiglieri (8 se si considera l’intergruppo con Noi Moderati). Senza questi voti la maggioranza scenderebbe da 33 a 25 (su 51 consiglieri, compreso Rocca). Deve necessariamente prevalere un ragionamento di tipo politico nel centrodestra. E’ su questo che Fratelli d’Italia sta lavorando.
Paolo Trancassini, però, è intenzionato a cercare una ricucitura anche in realtà più piccole. Ed è probabile che ad ottobre sul tavolo del centrodestra regionale possa arrivare pure il caso Frosinone. Dove il gruppo di Forza Italia è  passato all’appoggio esterno dopo uno scontro durissimo con il sindaco (civico in quota Lega) Riccardo Mastrangeli. Frosinone è un capoluogo di provincia e Trancassini sa bene che certe situazioni non possono essere lasciate al loro destino. Al Comune però la situazione non verte tanto su differenze di tipo politico ma riguarda la sfera dei rapporti personali. Ormai lacerati: tra Riccardo Mastrangeli e Pasquale Cirillo, tra Adriano Piacentini e Maurizio Scaccia.
Non è affatto detto che una ricomposizione a livello regionale determini automaticamente un rasserenamento al Comune capoluogo. Anzi, non c’è alcun legame. Eppure a Frosinone qualcuno dovrà cercare di promuovere un tentativo per capire come riannodare i fili di un dialogo spezzato. Il centrodestra non può permettersi questioni personali.

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