“Annullamento in autotutela della deliberazione della giunta regionale 16 novembre 2022, n.1063, recante Legge regionale 14/2022 articolo 3 comma 6, approvazione dei criteri per la determinazione della quota di rappresentanza dei Comuni all’interno dell’ente di governo d’ambito territoriale ottimale per la gestione integrata dei rifiuti urbani e per il riparto dei conferimenti patrimoniali in favore dello stesso”.
E’ la precisione dell’oggetto del provvedimento regionale a rendere evidente quanto sia importante la questione. Gli Egato sono nati malissimo e rischiano di finire peggio. L’annullamento in autotutela “è motivato dalla non corretta rispondenza degli atti medesimi alle norme vigenti, con riferimento al criterio utilizzato per la determinazione della quota di rappresentanza dei Comuni all’interno dell’ente di governo d’ambito territoriale ottimale”.
Sul piano tecnico l’aspetto che non convince la giunta regionale di Francesco Rocca è l’adozione del criterio del voto ponderato: l’attribuzione di un peso differente ai Comuni per il numero degli abitanti, per l’immondizia prodotta e anche per la presenza di impianti nei territori. L’esempio più vicino è quello della Saf, la società che da anni si occupa della gestione e del trattamento dei rifiuti. I soci sono i 91 Comuni e la Provincia: ognuno conta un voto. Non si capisce perché per l’Egato dovrebbe essere diverso. Gli Enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali sono stati pensati dalla precedente giunta di Nicola Zingaretti per sostituirsi ai Comuni nella raccolta dell’immondizia. Ma è avvenuto tutto di fretta, troppo di fretta. Il presidente reggente Daniele Leodori si è trovato nelle condizioni di dover accelerare per tutto ciò che era stato predisposto prima e lo ha fatto. Molte cose però non hanno funzionato. Intanto si era praticamente sotto elezioni perché si sapeva che il 12 e 13 febbraio il Lazio sarebbe andato al rinnovo. In secondo luogo gli Egato previsti erano 6: uno per ognuna delle cinque province, più quello per la Città di Roma. Quando si è capito che non si poteva procedere in quelle condizioni, si è stoppata l’intera procedura. Ma intanto soltanto a Frosinone l’ente era stato costituito, con l’elezione a presidente di Mauro Buschini (Pd), che poi si è dimesso da consigliere regionale, lasciando campo libero alla due candidature di Sara Battisti e Antonio Pompeo. Evitando di complicare il quadro ad un Partito Democratico costantemente diviso e in difficoltà. Sulle quote di ripartizione si era subito discusso e infatti una delle decisioni alla base dello stop per gli altri Ambiti è stato proprio questo. Inoltre il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini aveva immediatamente impugnato il provvedimento davanti al Tar. L’Egato di Frosinone, nel frattempo trasformatosi in Egaf, ha approvato il bilancio e quindi ha richiesto le quote ai Comuni per la costituzione del Fondo. I sindaci sono saltati sulla sedia perché l’ente non ha ancora iniziato a funzionare. C’è anche un messaggio politico che la giunta Rocca ha voluto inviare: considerata la situazione economica ereditata, non c’è bisogno di carrozzoni o di enti che non servono. Specialmente se, come ha sottolineato nel corso dell’assemblea per l’approvazione del bilancio il sindaco di Cassino Enzo Salera, l’attenzione dei primi atti si concentra sulle indennità degli amministratori e non sulle azioni da compiere o sul progetto da attuare.
Adesso c’è una settimana di tempo per presentare memorie scritte e documenti. Se quella delibera verrà annullata tra gli effetti ci sarà anche quello del commissariamento dell’Egato di Frosinone, poi destinato allo scioglimento. Una situazione gestita malissimo sia sul piano politico e tecnico da parte dell’ex maggioranza regionale di centrosinistra. Se davvero si voleva andare avanti allora bisognava rimandare tutto dopo il voto, anche perché una nuova Giunta ha il diritto-dovere di governare in prima persona processi importanti come quello del ciclo dei rifiuti.
Mauro Buschini si ritroverà senza poltrona e senza ruolo. Anche lui alla fina paga la situazione di “guerra perenne” all’interno del Pd provinciale. La maggioranza di centrodestra e la giunta di Francesco Rocca vogliono cambiare il Piano rifiuti e lo faranno cercando di ottimizzare scelte e risorse. In questa visione gli Egato non sembrano indispensabili e si va verso l’attribuzione alle Province di tutte le competenze sui rifiuti. Come è stato fino a prima della legge Delrio. Tanto più che si sta andando spediti verso il ritorno all’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali. Il voto ponderato potrebbe essere messo in soffitta ad ogni livello molto presto.