L’Egaf di Frosinone, ovvero l’ente presieduto da Mauro Buschini che dovrebbe gestire la raccolta dei rifiuti in ambito provinciale, sta chiedendo (come abbiamo già scritto, leggi qui https://www.politica7.it/legato-batte-cassa-per-le-indennita-a-pagare-saranno-le-famiglie-con-la-tari/), ai 91 comuni della provincia ricadenti nell’Ato Frosinone, il versamento delle quote di rappresentanza per coprire le spese di funzionamento dell’ente: 1,2 milioni di euro previsti nel bilancio 2023, già approvato dall’assemblea dei sindaci. Somma che per i due terzi servirà a pagare le indennità di presidente e componenti del consiglio direttivo oltre agli stipendi dei (pochi) collaboratori scelti. Per i rifiuti poco e niente in questa fase di avvio dell’ente.
La ripartizione dei costi tra i comuni
L’Egato sta procedendo con la ripartizione dando per scontato che la Giunta regionale dimissionaria, lo scorso “9 febbraio”, abbia approvato una delibera che ricalcola correttamente le quote di rappresentanza di ogni Comune in base ai criteri fissato dalla legge e ripartendo il milione e 200mila euro vantati in base a quelle quote.
Il problema, però, è che quella delibera del “9 febbraio” non esiste: non è mai stata pubblicata né sul sito della regione né sul Burl. Nell’elenco delle delibere assunte dalla Giunta dimissionaria fino al 1° marzo 2023 (disponibile nella sezione trasparenza del sito della Regione) risulta che il 10 febbraio – e non il 9 – la Giunta abbia esaminato uno schema di delibera recante il ricalcolo delle quote, ma la delibera parrebbe sia rimasta in “sospeso”, in attesa del necessario parere della commissione consiliare competente. Non risulta che il parere sia stato mai dato e, inoltre, è stato formalmente richiesto solo il 13 febbraio (il giorno dello spoglio delle schede per l’elezione del nuovo governatore) con la commissione che non si è più riunita.
La delibera che non c’è
L’atto alla base delle pretese dell’Egato sembrerebbe quindi al momento non esistere se non “in bozza”, che, però, è un’altra cosa.
Dovrebbe valere, al momento, la precedente delibera di riparto delle quote, votata a novembre 2022, sempre dalla giunta dimissionaria (e che la nuova delibera voleva “rettificare”). Si tratta della delibera n.1063 del 2022 (nei suoi atti, per errore, l’Egato richiama la n.56 del 2022, che nulla ha a che fare con l’immondizia), ma le quote lì indicate sono leggermente diverse da quelle ottenute dopo il ricalcolo: è vero che si tratta di alcuni decimi di differenza, ma l’errore di un solo punto percentuale vale ben 11.500 euro da versare: in più o in meno.
Un esempio: il Comune di Frosinone ha una quota pari a 7,03 con la prima delibera (pagherebbe poco più di 81.000 euro), con la seconda delibera ha 7,19 e gli sono stati richiesti quasi 84.000 euro.
E domani il Tar decide sulla sospensiva
Il primo atto (quello che la giunta dimissionaria voleva rettificare) è proprio la delibera che il comune di Fiuggi ha impugnato al Tar, ritenendola illegittima e carente di motivazione e trasparenza: in quel provvedimento, infatti, mancherebbe tutta la parte relativa ai calcoli e alle valutazioni dei parametri in base ai quali si è giunti a determinare le quote di ogni comune. Proprio per questo la Giunta ha provato a modificarla, riproponendo l’istruttoria seguita, il ragionamento e il processo logico-matematico per l’individuazione del “peso” di ogni municipio nell’Egato. Ma questa rettifica è rimasta appesa.
Forse, la Camera di consiglio in programma domani mattina presso il Tar di Roma, per valutare se concedere la sospensiva chiesta dal Comune di Fiuggi per tutti gli atti istitutivi dell’Egato, potrà fare chiarezza anche su questo punto: la rettifica discussa dalla Giunta regionale il 10 febbraio è valida oppure è solo un atto rimasto come proposta degli uffici?