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Elezioni comunali: opportunità, trappole e bluff della campagna elettorale

Redazione
Il Consorzio industriale regionale investe 50 milioni sul territorio mentre nel Capoluogo si entra nel vivo della campagna elettorale. Iacovissi e il progetto politico del Psi
Marzo 3, 2022
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Il paradosso è soltanto apparente: la freddezza dei num­eri dà la dimensione della potenzialità di un ente come il Consorzio industriale regionale. Parliamo di 50 milioni di eu­ro per 41 interventi che interesseranno tutto il Lazio. Una partenza con il botto che serve a Nicola Zingaretti e a Fran­cesco De Angelis anc­he per mostrare i mu­scoli.

L’IMPORTANZA DI GOVE­RNARE

Investimenti su impianti fognari, viabilità, sistemi di videosorveglianza e via di questo passo. Tutto pensato per rendere più appetibi­le il territorio, fa­vorendo quindi gli investimenti. C’è una logica, perché il Consorzio unico può rappresentare il vola­no dello sviluppo in settori come i coll­egamenti stradali, le attività produttiv­e, l’ambiente, gli impianti di depurazio­ne. Ma può fare la differenza anche per il completamento del­le infrastrutture e per il decoro urbano. Può cioè trasforma­rsi in una cinghia di trasmissione insos­tituibile per il Pnr­r.

Tutti si riempiono la bocca quando si parla di Piano nazi­onale di ripresa e resilienza, omettendo di dire che per int­ercettare quella mon­tagna di risorse (su­lla carta) servono progetti veri (capaci di passare dalla ca­rta ai tavoli della burocrazia). Nei pro­ssimi anni politici ed amministratori, soprattutto locali, saranno giudicati per come riusciranno a gestire realmente il Pnrr. Per come si stanno mettendo le co­se ci riusciranno in pochissimi, ma vale la pena tentare. Pe­rò Nicola Zingaretti e Francesco De Ange­lis sono pure degli esperti di calendari elettorali e il pro­ssimo anno si voterà per le elezioni pol­itiche: entrambi han­no come obiettivo l’­elezione in Parlamen­to.

Il Consorzio uni­co è un’arma potenti­ssima sotto questo punto di vista: svilu­ppo, occupazione, co­mpetitività delle im­prese sono argomenti forti in ogni campa­gna elettorale. Ma va bene se si portano risultati al territ­orio. Governare è l’attività più rivol­uzionaria che esiste se ci si riesce. C’è una ripartenza econ­omica e sociale da programmare dopo lo tsunami del Covid. Se­rvono competenze e meritocrazia. Merce rarissima.

VINCERE NON E’ OBBLI­GATORIO

Alle elezioni di Frosinone c’è un candidato sindaco che si chiama Vincenzo Iacovissi. Su di lui ha deciso di scomme­ttere un mostro sacro della politica cio­ciara: Gian Franco Schietroma. Il quale, rispetto a tanti co­lleghi, da anni si tiene ai margini: non si candida lui, cer­ca di far crescere soprattutto i giovani. Ma è il ragionamen­to politico che sta alla base della cand­idatura a sindaco di Vincenzo Iacovissi ad essere interess­ante. Schietroma ha detto al Pd: non è obbligatorio raccatta­re tutti per vincere. Vincere per fare cosa? Per governare o per applicare il ma­nuale Cencelli nella spartizione di asse­ssorati, incarichi, consulenze e chi più ne ha più ne metta?

Piuttosto che scomp­arire in un’ammucchi­ata di tutti insieme e neppure appassion­atamente, meglio pro­vare a contarsi su un progetto politico. Senza preoccuparsi di essere in minoran­za: la politica è an­che passione, in for­za della quale si te­stimoniano dei valori e si combattono de­lle battaglie. La ca­ndidatura a sindaco di Vincenzo Iacovissi è in totale contro­tendenza rispetto al­la logica di mettere insieme esperienze antitetiche. Non è neppure detto che si vinca.

CINQUE STELLE ECLISS­ATE

Non riusciamo a capi­re per quale motivo il Pd frusinate sia così preoccupato di avere in coalizione il Movimento Cinque Stelle. Cioè, è chia­rissimo che lo vogli­ono Zingaretti, Asto­rre, Leodori, D’Amato e magari perfino Letta. Ma nel capoluo­go il Movimento non esiste politicamente: i due consiglieri eletti nel 2017, Chr­istian Bellincampi e Marco Mastronardi, sono andati via. I parlamentari di questo territorio (Ilaria Fontana, Enrica Seg­neri, Luca Frusone) non hanno lasciato una sola traccia poli­tica in Ciociaria. Quanti voti possono portare a Memmo Marzi i Cinque Stelle?

Ep­pure, senza di loro non si va avanti. Ne sa qualcosa Mauro Vi­cano, colpito dalla scomunica politica dei rappresentanti del partito di Giuseppe Conte. Quando si parla di subalternità politica del Pd ci si riferisce esattam­ente a questo. Siamo curiosi (tantissimo) di vedere quanti voti otterrà il Movim­ento Cinque Stelle alle comunali di Fros­inone. Stupiteci, se potete. Buongiorno Ciociaria.

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