Due nuovi casi di peste suina africana registrati a Roma fanno scattare un nuovo allarme per allevatori e agricoltori. A parlare è il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che denuncia come la situazione dei cinghiali, in tutto il Lazio, sia “fuori controllo”.
Il presidente di Coldiretti Lazio: “Provvedimenti lasciati inattuati”
Granieri, riferendosi al rinvenimento di capi infetti da Psa, ha detto: “Quanto accaduto è la dimostrazione che i provvedimenti presi, relativamente alle azioni di depopolamento e controllo numerico degli ungulati, sono rimasti inattuati. Eppure c’è un’ordinanza emanata dal commissario straordinario alla Peste Suina Africana, la numero 2/2023, che deve essere seguita e rigorosamente rispettata dagli enti parco e dagli Atc. Cosa che evidentemente non è avvenuta”.
Emergenza anche a Sora e Cassino
Ma l’emergenza cinghiali non è solo di Roma, dove pure la situzione è grave, con persone aggredite mentre passeggiano e animali di compagnia feriti o uccisi dallo scontro con gli ungulati. Anche a Sora e Cassino, in Ciociaria, gli episodi allarmanti non mancano: a partire dall’aggressione, qualche giorno fa, nel centro della città di Sora subita da due ragazze che erano a spasso con una cagnolina rimasta ferita dall’attacco di un cinghiale; a Cassino i cinghiali sono stati avvistati a spasso in pieno centro e nella zona dell’Abbazia.
L’ordinanza del Commissario PSA
Il presidente Granieri, da parte sua, ricorda che l’ordinanza del commissario straordinario alla Peste Suina Africana fa riferimento alla necessità della regolamentazione dell’attività venatoria e di controllo verso i suini selvatici finalizzata all’eliminazione del maggior numero di capi possibile, che può essere svolta nel rispetto di specifiche misure di biosicurezza.
I nuovi casi di peste suina metto a rischio gli allevamenti
“Ogni Istituto Faunistico che intenda praticare abbattimenti del cinghiale nelle aree sottoposte a restrizione, deve sviluppare un piano di gestione della biosicurezza con l’obiettivo di prevenire la contaminazione indiretta di operatori e mezzi, ivi inclusi i cacciatori, e la eventuale diffusione del virus in aree indenni – dicono da Coldiretti – I nuovi casi di Peste suina africana – prosegue Granieri – mettono ulteriormente a rischio migliaia di nostre aziende suinicole, con danni economici incalcolabili ad un intero settore, già provato dai casi che si sono verificati lo scorso anno e dalle restrizione imposte per contenere la diffusione del contagio. A riguardo riteniamo sia necessario sostenere finanziariamente le imprese che hanno dovuto abbattere i capi di suini, anche sani e che attualmente sono privi di reddito”.
Il ruolo degli ambiti di caccia
Nel “Piano Regionale Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africane nella specie cinghiale” (PRIU), inoltre, si fa riferimento alla tempestività di azione da parte degli Atc. “Nell’ambito dei piani di selezione redatti dagli ATC – si legge nel provvedimento – devono essere previsti anche interventi di tipo puntuale, sulla base di segnalazioni da parte di imprenditori agricoli”. E ancora “A seguito della segnalazione, l’ATC di competenza, dopo un rapido accertamento, provvederà all’esecuzione dell’intervento selettivo entro 72 ore dalla richiesta”.
“Ad oggi – conclude Granieri – i fatti ci dimostrano che le misure previste dall’ordinanza, non sono ancora state applicate nella maniera rigorosa e tempestiva, che è invece necessaria e che i nostri imprenditori agricoli sono nuovamente esposti a gravi rischi. La situazione dello scorso anno, evidentemente non ha insegnato nulla”.