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Enzo Salera: Di Rollo e De Angelis alla porta. Antonellis e Gatti: come ti distruggono un partito, Rocca: tutte le insidie di una coperta cortissima per la Giunta

Licandro Licantropo
Domani mattina il sindaco di Cassino presenterà la nuova Giunta in Sala Restagno, ma la “bomba” è già esplosa…
Febbraio 23, 2023
De Angelis, Salera, Di Rollo

Schiaffo politico di Enzo Salera a Francesco De Angelis e Barbara Di Rollo. Domani mattina il sindaco presenterà ufficialmente la nuova Giunta in Sala Restagno, ma la “bomba” è già esplosa. Pensare Democratico (a meno di clamorose marce indietro) è fuori. Nello schema non c’è. L’assessore uscente Arianna Volante ha fatto fuoco e fiamme, la presidente del consiglio Barbara Di Rollo ha scelto l’Aventino per non essere platealmente sconfessata dal gruppo consiliare. Alla fine però il risultato non è cambiato: per Enzo Salera si può fare a meno del correntone maggioritario di Francesco De Angelis e Sara Battisti. E’ una dichiarazione di guerra vera e propria e senza precedenti. Al posto di Arianna Volante e Barbara Alifuoco entreranno Pierluigi Pontone e Monica Capitanio. Si va allo scontro, che Enzo Salera non teme. A questo punto anche il ruolo di presidente del consiglio di Barbara Di Rollo è a rischio sfiducia. Procedura non semplicissima ma neppure impossibile.

IL DISASTRO DI AZIONE

Nella giunta comunale di Cassino non rientrerà Barbara Alifuoco, candidata di Azione alle regionali. In provincia di Frosinone il partito di Carlo Calenda riesce a centrare un capolavoro al contrario. Nel giro di un mese perde la rappresentanza nell’esecutivo nei due Comuni maggiori: Frosinone e Cassino. Prima l’addio di Alessandra Sardellitti, poi la mancata conferma di Barbara Alifuoco. Una disfatta politica totale firmata dal segretario provinciale Antonello Antonellis e da Luciano Gatti. Era impossibile fare peggio. Azione è un partito totalmente marginale in Ciociaria, schiacciato sulle posizioni del Pd per scelta di Antonellis e Gatti. Il risultato è che chi ha preso i voti se ne va. A rendere ancora più netta la sconfitta, il riconteggio di alcune preferenze a Roma per le regionali. Il risultato finale è che nel Consiglio della Pisana entra Luciano Nobili (Italia Viva) ed esce Pierluca Dionisi (Azione). Dunque, al tirar delle somme, 2 consiglieri per Matteo Renzi (Luciano Nobili e Marietta Tidea), zero per Carlo Calenda. In altri tempi e in altri partiti si sarebbero dimessi in molti, sia a Roma che a Frosinone. Ma non succederà niente. La sconfitta è il loro mestiere.

LA COPERTA E’ CORTISSIMA

Tutti chiedono assessorati, nessuno vuole la presidenza del consiglio regionale, non si capisce perché Udc e Lista Rocca dovrebbero rimanere fuori dalla giunta. Ma soprattutto il principio di un assessore per ognuna delle province di Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti finirà con determinare malumori tra gli alleati nei diversi territori.

Oggi si incontrano i segretari regionali Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia). L’obiettivo è presentare la giunta verso la fine della prossima settimana, ma non è semplice. A meno che la situazione non si sblocchi dopo l’annunciato confronto tra Francesco Rocca e Giorgia Meloni.
Nello schema immaginato da Lega e Forza Italia, entrambi i partiti dovrebbero prendere due assessorati. Per Fratelli d’Italia invece anche la presidenza del consiglio va considerata nello schema. Claudio Fazzone ha una priorità per Forza Italia: Giuseppe Simeone assessore all’ambiente e ai rifiuti. Mentre Giorgio Simeoni potrebbe andare al Lavoro. Ma Cosmo Mitrano è una delle possibilità per la presidenza dell’aula della Pisana. Uno è sicuramente di troppo e le scelte non saranno facili e indolori. Però questo schema (2 a FI e 2 alla Lega) taglierebbe fuori Udc e Lista Rocca.

Perché dovrebbero accettare? Nella Lega Claudio Durigon sta provando a rilanciare: 3 assessorati. Per cercare di averne almeno 2: per Pasquale Ciacciarelli e Tony Bruognolo. Però Pino Cangemi vorrebbe essere votato come presidente del consiglio. Anche in questo caso non ci sono  spazi per tutti, inoltre Angelo Tripodi vorrebbe delle risposte. Fratelli d’Italia avrà 6 o 7 assessori. Dipenderà dall’attribuzione o meno della presidenza dell’aula. Ci saranno  “mostri sacri” come Giancarlo Righini, Fabrizio Ghera, Roberta Angelilli, ma anche altri.

LE LOGICHE DEI TERRITORI

Quando si dà per scontato che una delle quattro province (Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti) potrà avere un solo assessore, non si considerano tantissime cose. Pasquale Ciacciarelli rivendica legittimamente l’attribuzione di un assessorato per tutte le preferenze ottenute: il seggio non è scattato per le falle di un sistema elettorale che va cambiato di corsa. Ma se sarà l’esponente della Lega a sedere in giunta, Fratelli d’Italia resterà fuori. Dopo aver eletto due consiglieri regionali (Daniele Maura e Alessia Savo) a suon di voti e di preferenze, con una lista forte e radicata messa in piedi da Massimo Ruspandini. La provincia di Frosinone in maggioranza è rappresentata solo da Fratelli d’Italia.

Naturalmente anche se Ciacciarelli restasse fuori sarebbe una vera e propria “ingiustizia politica”. Inoltre a quel punto l’ex consigliere regionale si interrogherebbe sulla permanenza o meno nella Lega. Perciò la coperta è corta. Latina ha eletto 6 consiglieri regionali, ma dovrà accontentarsi di un solo assessore. Giuseppe Simeone (Forza Italia) o Angelo Tripodi (Lega)? Ma poi perché Fratelli d’Italia dovrebbe rinunciare ad una presenza in giunta nell’intero Basso Lazio, dove è di gran lunga il primo partito? L’unica cosa certa è che la composizione della giunte determinerà molti mal di pancia e forse perfino qualche fuoriuscita eccellente. Non perché si pensa alla poltrona, ma per un ragionamento semplice semplice: impegnarsi in campagna elettorale e prendere più voti e maggiori preferenze alla fine a cosa serve? Alla fine un moderno Manuale Cencelli 4.0 penalizza i territori e forse il buon senso.

TUTTI PER BONACCINI

Domenica il Pd elegge il nuovo segretario nazionale attraverso le primarie. C’è l’incognita dell’affluenza ma comunque in provincia di Frosinone si ripropone lo stesso schema di sempre. I leader sono tutti dalla stessa parte:  Francesco De Angelis, Sara Battisti, Antonio Pompeo, Mauro Buschini, Luca Fantini appoggiano la mozione di Stefano Bonaccini. L’altra volta erano tutti per Nicola Zingaretti, anche Antonio Pompeo che non era proprio così convinto. La volta prima si scoprirono tutti renziani, dopo che all’inizio solo Francesco Scalia e Simone Costanzo avevano appoggiato davvero il “rottamatore” di Firenze. Francesco De Angelis in un attimo spostò Pensare Democratico su Renzi. Domenica voteranno per Bonaccini, tutti. Con Elly Schlein ci sono i Giovani e diversi altri esponenti, ma non i principali leader. Ancora una volta si evita una conta per capire quali sono alla fine le vere percentuali delle due correnti principali, di De Angelis e di Pompeo. I conti (e la conta) si faranno alle comunali. Sicuramente a Ferentino, ma può darsi anche ad Anagni.

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