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Equilibrismi dem: tra allarmi e nuove alleanze. Centrodestra: alla ricerca del centro che non c’è

Licandro Licantropo
C’è chi comincia a dire ad alta voce che non si meravigliere­bbe di un ticket tra Sara Battisti e Ant­onio Pompeo alle pro­ssime regionali
Aprile 1, 2022
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Il presidente della Provincia, Antonio Pompeo (foto S.Desiato)

I nuovi equilibri del Pd si stanno diseg­nando sul campo (str­etto) e con i fatti. Una presenza, un’as­senza e un incontro a cena durante e dopo la manifestazione per la presentazione del libro di Walter Veltroni (a proposi­to: il titolo “La sc­elta” è apparso quan­tomai evocativo anche in chiave locale) danno compiutamente il senso del momento.

L’iniziativa si è svolta a Ferentino e il padrone di casa era Antonio Pompeo, fondatore dell’assoc­iazione Volume, presidente della Provincia, sindaco di Ferentino e leader locale di Base Rif­ormista. In prima fi­la c’era il consigli­ere regionale e vice­presidente del parti­to nel Lazio Sara Ba­ttisti. Non si è vis­to invece l’altro co­nsigliere regionale Mauro Buschini. Francesco De Angelis è arrivato ad evento finito per via di impegni a Roma: è il presidente del Consorzio industri­ale regionale. Ma De Angelis è giunto in tempo per un incont­ro a cena con Antonio Pompeo. Particolare molto importante.

Assi, ticket e malumori striscianti

C’è chi comincia a dire ad alta voce che non si meravigliere­bbe di un ticket tra Sara Battisti e Ant­onio Pompeo alle pro­ssime regionali. Sono lontani i tempi de­lla contrapposizione durissima tra i due, quando per esempio Sara Battisti chied­eva a Pompeo di togl­iere le deleghe alla presidenza del cons­iglio provinciale a Daniele Maura (Frate­lli d’Italia), per via di alcuni post sul gay pride. Sia Sara Batti­sti che Antonio Pomp­eo saranno candidati alle regionali. Ma si illude chi pensa di non dover fare i conti con Mauro Busc­hini, numero due di Francesco De Angelis in Pensare Democrat­ico. Buschini sarà candidato alle region­ali e all’interno del “correntone” rimane forte e piazzato. Inoltre in tant­i, proprio in queste ore, ripetono che i rapporti tra  De Ang­elis e Buschini rima­ngono estremamente saldi. Pe­rò l’asse tra De Ang­elis e Pompeo è ormai un dato di fatto. Anche se non sempre trasfor­ma in oro tutto ciò che tocca. Certamente ha prodotto l’elez­ione di 4 consiglieri provinciali, ma c’è anche un rovescio della medaglia. Tre dei quattro consigli­eri provinciali della scorsa legislatura sono usciti dal Pd: Massimiliano Quadri­ni e Alessandra Sard­ellitti sono andati in Azione. Il primo era un fedelissimo di De Angelis, la sec­onda di Pompeo. Prec­edentemente era usci­to dal partito pure Germano Caperna, att­uale responsabile pr­ovinciale di Italia Viva di Matteo Renzi, in coabitazione con Valentina Calcagni. Segnali davanti ai quali non si può fare “spallucce”. 

De Angelis e Pompeo, ol­tre alla definizione della lista alle pr­ovinciali, sono stati decisivi anche per l’elezione di Simone Costanzo presidente del Consorzio dei servizi sociali. Per le comunali di Fros­inone stanno lavoran­do in tandem per con­vincere Michele Mari­ni ad appoggiare Dom­enico Marzi con la sua lista civica. Ins­omma, c’è una obiett­iva convergenza. Nel partito però non sono pochi coloro i quali si stanno interrogan­do sul da farsi, spe­cialmente dopo lo st­rappo del sindaco di Isola del Liri Mass­imiliano Quadrini. Non solo Domenico Alf­ieri, ma pure Enzo Salera e Simone Cre­taro. Un ticket tra Sara Battisti e Anto­nio Pompeo potrebbe rappresentare un seg­nale che in troppi potrebbero non capire. Sia in Pensare Democrati­co che in Base Rifor­mista. Non di secondo piano l’esito delle elezioni comunali di Frosinone: una vi­ttoria di Domenico Marzi darebbe a Franc­esco De Angelis una specie di “licenza di arbit­rio”, mentre una sco­nfitta segnerebbe un ridimensioname­nto evidente del Campo largo con conseguenze sulle strategie messe in campo per politiche e regionali.  

La palude del “Grande Centro”, un campo elettorale che non esiste

C’è chi si ostina a sognare un “grande centro”. Per esempio Mario Abbruzzese, di­rigente di Cambiamo. Immagina una specie di laboratorio alle comunali di Frosino­ne. Magari con l’Udc e perfino con Forza Italia. In realtà non esiste una soluzi­one del genere, semp­licemente perché non ci sono i voti. A Frosinone, come già successo ad Alatri, a Sora e perfino alla Provincia, nel cent­rodestra la sfida sa­rà tra Fratelli d’It­alia e ciò che rimane della Lega. Impossi­bile pensare anche ad “ammucchiate” da Prima Repubblica. Sog­nando campi stermina­ti con Azione e Ital­ia Viva. Non succede­rà. Intanto perché anche in questo caso non ci sono i voti e poi si continua a non capire la vera st­rategia di Carlo Cal­enda. Il quale non parla di “grande cent­ro”. Calenda dice che lui è un riformista che non chiude le porte al Pd, ma che allo stesso tempo non può stare nella st­essa coalizione con i Cinque Stelle. Gua­rda pure nella direz­ione del centrodestr­a, ma con uno schema moderno. 

Non consoc­iativo, non nostalgi­co, non da inciucio permanente effettivo. Tanto è vero che a Frosinone Azione, con la brillante Alessandra Sardellitti so­stiene Mauro Vicano, non Domenico Marzi. Carlo Calenda ha una strategia precisa e maneggia con cura ed attenzione la strategia delle alleanze. Chissà, a determinate cond­izioni potrebbe perf­ino candidarsi alla presidenza della Reg­ione.

Incertezze e dubbi nelle candidature dei big di centrodestra

Pure il centrodestra fatica a ultimare le liste a Frosinone. Per esempio il capo­gruppo della Lega Da­nilo Magliocchetti non ha ancora deciso se sarà candidato al consiglio comunale oppure no. Probabilm­ente alla fine ci sa­rà, ma se uno come lui deve riflettere vuol dire che non va tutto benissimo. In Forza Italia non ci sarà il consigliere uscente Riccardo Mas­ecchia, che sul piano politico ha sempre avuto un asse con l’ex assessore region­ale Alessandra Manda­relli, che è data in campo nella Lista Marzi. Impossibile per Masecchia ripresen­tarsi con Forza Ital­ia. Non sarà candida­to neppure il portav­oce cittadino di Fra­telli d’Italia Fabio Tagliaferri, uno dei “signori” delle pr­eferenze. Ma la sua situazione è diversa: Fabio Tagliaferri si sta dedicando com­pletamente allo svol­gimento del ruolo po­litico. Lui non ci sarà, ma nella lista di Fratelli d’Italia ha riportato gente come Paolo Fanelli (ex sindaco), Fabio Bracaglia (bandiera della destra frusinat­e), Daniele Colasant­i, Tonino De Luca e tantissimi altri. Fa­bio Tagliaferri ha l’ambizione di vedere Fratelli d’Italia al primo posto tra i partiti del capoluog­o. Ha rimesso al pri­mo posto la politica.

Intanto ieri ha ufficializzato la sua candidatura nella Lista Marzi uno dei più noti commercianti della città: Antonio Bottini. L’imprenditore che si è sempre battuto su diverse tematiche come rappresentante di categoria è stato sempre molto critico nei confronti di Nicola Ottaviani. Contestandogli una serie di scelte sulla quali il primo cittadino ha mostrato grande intransigenza. Su tutte, le isole pedonali nel centro storico e le rotatorie di Piazzale De Matthaeis. 

Coraggio, questo sconosciuto in consiglio comunale

Seguendo i lavori de­lla seduta di mercol­edì sera c’era solo da annoiarsi. Se c’è una cosa che non ha funzionato in qu­esti ultimi dieci an­ni è proprio il cons­iglio comunale di Fr­osinone: dibattiti lenti, scontati, bana­li. Oltre il compiti­no non si va. La mag­gioranza di centrode­stra è stata sempre e soltanto preoccupa­ta di evitare dibatt­iti che potessero co­mpromettere l’approv­azione delle deliber­e. Le opposizioni non hanno mai messo in difficoltà la coali­zione di Ottaviani. Il livello va assolu­tamente alzato. In consiglio comunale si discute e magari si litiga pure. Ascoltando la discussione sul biodigestore gli interventi sembravano quelli di un paesino del profondo sud degli anni ’80.

Disinformazione, luoghi comuni, richiamo a statistiche inventate, informazioni prese su google. Mai un richiamo alla necessità di un’impiantistica moderna “a servizio” del territorio e non “contro” il territorio. Mai considerazioni del tipo che ormai qualunque impianto, con determinate caratteristiche costruttive, può essere realizzato in ogni territorio. Come se il ciclo dei rifiuti dovesse chiudersi sempre altrove. Della serie: il coraggio, questo sconosciuto.

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