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Europee, chi perde è… perduto. Forse

Licandro Licantropo
A livello nazionale la sfida tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, ma anche il futuro del Movimento Cinque stelle. Nel Lazio la partita tra Lega e Forza Italia. Salgono le quotazione per un seggio a Bruxelles di Mario Abbruzzese. Massimo Ruspandini e Francesco De Angelis in “silenzio radio”.
Giugno 3, 2024

Altri cinque giorni (compreso oggi) e poi parleranno gli elettori. Perlomeno quelli che si recheranno alle urne, aperte sabato 8 e domenica 9 giugno. Europee attese, strategiche e sicuramente importanti. Ovunque. Al punto che per la prima volta le amministrative (in Ciociaria sono 36 i Comuni chiamati al rinnovo) sono passate in secondo piano.

LIVELLO NAZIONALE

C’è un motivo preciso per il quale Giorgia Meloni, presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia ha fissato al 26% la soglia che il partito deve comunque raggiungere. Si tratta della percentuale delle politiche del settembre 2022, quelle che hanno cambiato tutto. Con Fratelli d’Italia (26%), capace di far segnare un incremento del +21,7% rispetto al 2018 (in termini di quantità di voti espressi il +410,4%). Sempre nel 2022 Pd al 19% (-0,2% con riferimento al 2018), Cinque Stelle al 15,4% (-17,3%), Lega all’8,8% (-8,8%), Forza Italia all’8,1% (-5,9%).
I temi politici delle europee sono chiari e individuati da tempo. Fratelli d’Italia e Pd saranno il primo e il secondo partito: si tratta di capire a quale distanza. Meno di due anni fa era il 7%. Giorgia Meloni ha messo l’asticella al 26%, Elly Schlein deve superare la soglia psicologica del 20% e tenere dietro di almeno quattro punti i Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Nel confronto con Forza Italia di Antonio Tajani, Matteo Salvini si gioca (forse) anche la segreteria della Lega. Stati Uniti d’Europa (Emma Bonino e Matteo Renzi), Alleanza Verdi e Sinistra (Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli), Azione (Carlo Calenda) non hanno alternative: se non superano la soglia di sbarramento nazionale del 4% non eleggeranno eurodeputati. Significherebbe un indebolimento notevole sul piano nazionale.
A livello di Unione Europea, danno tutti per scontato che il Ppe continuerà ad essere centrale e a governare. Si tratta di capire con quale coalizione. Se con i Socialisti (famiglia politica della quale fa parte il Pd) oppure se con i Conservatori, che hanno in Fratelli d’Italia un punto di riferimento imprescindibile.

LAZIO E CIOCIARIA

Sul piano politico il tema è soprattutto uno: il duello tra Forza Italia e Lega. A livello di Regione Lazio Antonio Tajani e Claudio Fazzone (FI) hanno lanciato il guanto di sfida: rimpasto dopo le europee. Vuol dire almeno un assessorato in più agli “azzurri”, con rischi di ridimensionamento del Carroccio. Per via dei cambiamenti nei gruppi consiliari: Forza Italia è arrivata a 7, la Lega è scesa a 1. Ma Davide Bordoni (Lega) ha già detto che non se ne parla perché contano i risultati delle regionali e non “i cambi di casacca”. Sarà scontro frontale. Intanto però bisognerà vedere i risultati delle europee. Matteo Salvini confida che le preferenze al capolista Roberto Vannacci possano rivelarsi utili a tenere Forza Italia dietro.
Sul piano locale, nel Basso Lazio ci sono due eurodeputati che cercano la conferma: Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) e Salvatore De Meo (Forza Italia). In Ciociaria si repira aria di derby nel confronto tra Mario Abbruzzese (Lega) e Rossella Chiusaroli (Forza Italia) anche se le quotazioni del primo continuano a crescere e l’obiettivo del seggio a Bruxelles non è più un miraggio. Conteranno solo voti, percentuali e preferenze. Ne sono tutti consapevoli: Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli, Andrea Amata, Luca Zaccari (Lega), Daniele Natalia, Adriano Piacentini, Gianluca Quadrini, Pasquale Cirillo (Forza Italia). Claudio Fazzone e Claudio Durigon non faranno sconti e non si accontenteranno della buona volontà e dell’impegno. Voti e preferenze: tutto il resto conterà zero.
In Fratelli d’Italia il parlamentare e leader Massimo Ruspandini ha stoppato da tempo gli effetti speciali. Ha costruito i successi (suoi e del partito) sulla circostanza che non lo hanno mai visto arrivare. Nel Partito Democratico le elezioni europee hanno un tema prevalente in provincia di Frosinone: il ritorno sulla scena politica di Francesco De Angelis, per anni frenato dal ruolo di presidente del Consorzio industriale. L’appuntamento dell’8 e 9 giugno sarà un banco di prova, propedeutico anche alle future candidature che contano alle politiche. De Angelis vuole chiudere la stagione di un Pd provinciale tenuto fuori dalle indicazioni blindate (per i big romani) a Camera e Senato.

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