Una costruzione in fieri, nel rispetto di criteri non derogabili. E a opera ultimata, sarà comunque un palazzo al cospetto di grattacieli, per usare un’espressione del responsabile dell’area tecnica, Guido Angelozzi, che con il nuovo tecnico Di Francesco e con patron Stirpe ha fronteggiato i famelici taccuini (immagine simbolica e impattante, sebbene prevalessero cellulari e IPad) della sala conferenze dell’Atlantik Park Hotel.
Il palazzo di Eusebio Di Francesco dovrà essere frequentato da gente motivata. L’elemento prioritario sarà quello. Ancor prima della valenza tecnica e delle altre valutazioni, i giocatori del Frosinone 2023/24 dovranno avere voglia e motivazioni in quantità industriale. Ci sarà da soffrire, ci saranno montagne da scalare, perché la serie A è un altro mondo, una dimensione spazio temporale disorientante, se non ci si arma di pazienza, fiducia e competenza. Le tre virtù giallazzurre nella “summa” di patron Stirpe, dopo essere state il segreto della stagione incredibile, si accingono a diventare le colonne del bis.
LE PROSPETTIVE CONCRETE
Non si prenda alla lettera l’espressione: a vincere il campionato saranno altri, a ciò demandati dalla storia e dal bacino di utenza, dalle necessità volubili di un mondo stratificato da flussi economici ormai deflagranti. Il primigenio concetto di gioco, quasi smarrito nei meandri di una quotidianità calcistica sempre più manageriale, viene richiamato da Eusebio. Se il suo santificato omonimo combatteva l’arianesimo, il nuovo coach frusinate combatte i luoghi comuni e i fantasmi di tre anni, che poi son 30 partite, quelli in controtendenza. Richiama alla semplicità quasi ludica del calcio, promette che ci divertiremo e che nessuno risparmierà un impegno feroce e quotidiano.
Che sia bravo, anzi molto bravo, ce lo dice anche il direttore Angelozzi e a queste latitudini la parola dello scopritore di Gatti e Boloca è giustamente dispensata dalla prova contraria. Le ha azzeccate tutte, il dirigente catanese, anche quando nel luglio scorso ha dovuto ricostruire dalle fondamenta la squadra del Grosso bis. E adesso? Adesso si ricomincia e anche stavolta c’è da ricostruire perché Lucioni, Cotali e Mulattieri non ci sono più e perché anche Insigne ha colto l’opportunità di un contratto più lungo in quel di Palermo.
Un grazie sincero a tutti, l’abbraccio e l’in bocca al lupo sincero di Angelozzi e il pensiero che torna a chi è rimasto, a chi è appena arrivato e a chi tra un po’ arriverà. Dopo Kvernadze, Cuni e Brescianini, un arrivo che è un ritorno, quello di Turati, che da lunedì potrebbe essere di nuovo il portiere giallazzurro.
E poi? Poi tante trattative bollono in una pentola dei desideri che ha ovviamente tante sfaccettature.
Pazienza, la prima virtù del trittico, e curiosità da tenere un po’ in stand by, perché presto ne sapremo di più. Prima di chiedere a Di Francesco se sarà un 4-3-3 rigido o se il modulo avrà alternative spendibili, bisognerà contare i possibili titolari. Ne mancano almeno quattro, cinque se valutiamo la quasi certa partenza di Boloca.
UN GRUPPO GRANITICO
Di Francesco lo ha detto in sede di premessa: si deve ragionare sempre con riferimento al noi e non già all’io. Solo se il Frosinone sarà un gruppo granitico, potrà colmare le distanze con squadre che stanno alla A come i pesci all’acqua. I giovani? Ben vengano, ma armiamoci di nuovo di pazienza e diamo loro la possibilità di sbagliare, perché in un percorso di crescita l’errore è inevitabile e persino essenziale.
Gli applausi con il suo Sassuolo alla curva del Frosinone, i due anni di riflessioni sul calcio e sui nipotini, perché prima ancora che allenatori si è uomini e ci sono palcoscenici che non sono necessariamente un rettangolo verde e delle tribune: flashback, immagini che scorrono veloci, perché incombe un’attualità fatta di speranze, sudore e lavoro.
I tifosi intanto stanno rispondendo bene. Per il massimo dirigente l’obiettivo restano i 12000 abbonati e perciò anche qui siamo a metà percorso. La conferenza si chiude: strette di mano, domande fuori onda, qualche dubbio che diventa sorriso. Signori, è il calcio di luglio, dove ogni essere può essere ma dove ancora nulla ha il conforto di un’evidenza numerica.
Buon viaggio, Frosinone!