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Export. Il Lazio arranca. Vendiamo meno agli Stati Uniti e alla Russia. Fanno molto meglio le altre regioni

Alberto Fraja
Le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, settori produttivi in cui la regione è sempre stata competitiva, sono scese dello 0,9%. Ma è in genere in tutti comprati destinati all’export che la nostra regione arranca
Maggio 19, 2022

Nel quarto trimestre 2021 (ultimo dato Istat disponibile), si stima una crescita congiunturale delle esportazioni, sebbene con intensità diverse, per tutte le ripartizioni territoriali: +8,8% per il Sud e Isole, +5,2% per il Centro, +3,6% per il Nord-est e +0,8% per il Nord-ovest. In questo quadro il Lazio non brilla per performance. Le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, settori produttivi in cui la regione è sempre stata competitiva, sono scese dello 0,9%. Ma è in genere in tutti comprati destinati all’export che la nostra regione arranca: il risultato è un  meno 28% verso gli Stati Uniti e un meno 54,9% verso la Russia).
Peccato perché nel 2021, rispetto all’anno precedente, l’export aveva mostrato una crescita molto sostenuta (+18,2%) e diffusa a livello territoriale: l’aumento delle esportazioni è stato molto marcato per le Isole (+46,4%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+19,2%) e il Nord-est (+18,0%), più contenuto per il Centro (+15,3%) e soprattutto, per il Sud (+6,6%).
Nel complesso del 2021, tutte le regioni italiane, a eccezione della Basilicata (-14,7%), registrano incrementi dell’export: i più marcati per Sardegna (+63,4%) e Sicilia (+38,8%), i più contenuti per Puglia (+4,9%) e Abruzzo (+5,0%). Le performance positive di quattro regioni – Lombardia (+19,1%), Emilia-Romagna (+16,9%), Veneto (+16,7%) e Piemonte (+20,6%) – contribuiscono per 11,6 punti percentuali all’aumento dell’export nazionale.
Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla crescita tendenziale dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+22,9%) e Francia (+20,7%) e di Emilia-Romagna e Toscana verso gli Stati Uniti (+33,3% e 48,6% rispettivamente). Per contro, apporti negativi provengono dal calo delle esportazioni del Lazio verso Stati Uniti (-28,0%) e Russia (-54,9%) e della Basilicata verso gli Stati Uniti (-45,4%).
L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Torino, Brescia, Firenze, Vicenza, Roma, Bergamo, Siracusa, Modena e Bologna. Si segnalano dinamiche negative per Arezzo, Potenza, Piacenza, Rovigo, Latina, Ascoli Piceno, Palermo, Bari, Foggia e Caltanissetta.

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