La poca redditività delle sale cinematografiche, unita all’imminente approvazione di una legge regionale (che permetterà di ampliare la superficie dedicata alle attività commerciali), preoccupa una parte della sinistra romana. Perché permetterà alle proprietà di aprire supermercati, ristoranti, negozi e centri commerciali lì dove prima si guardavano le ultime pellicole uscite. Enzo Foschi, leader del Pd romano sabato era davanti al cinema Barberini (che non è in vendita, ed è funzionante, ma è sopra la metropolitana), insieme ad altri esponenti del Pd, militanti per raccogliere firme “per evitare che tutti i cinema di Roma diventino mega store o fast food”.
Fratelli d’Italia ha duramente criticato l’atteggiamento del segretario dem capitolino. “Il segretario romano del Pd Enzo Foschi o è incompetente o è in mala fede. Probabilmente entrambe le cose. Che senso ha manifestare, infatti, davanti al cinema Barberini? Foschi, prima di parlare a sproposito, studi le proposte di legge della Regione Lazio e si confronti con gli operatori”. Così in una nota il segretario romano di Fratelli d’Italia Marco Perissa e i consiglieri comunali Giovanni Quarzo, Francesca Barbato, Stefano Erbaggi, Maria Cristina Masi, Federico Rocca.
FDI SPIEGA LE RAGIONI DELLA LEGGE
Da Fratelli d’Italia è partita una disamina chiara su quanto è avvenuto negli ultimi decenni sul fronte cinema. “Nel 1999 con una legge approvata dal governo D’Alema è stata consentita la trasformazione di decine di cinema, anche attivi, in sale bingo – aggiungono – Eppure, l’allora sindaco Francesco Rutelli non ebbe nulla da obiettare. Né protestò Foschi, al tempo consigliere comunale. A partire dalla fine degli anni Novanta e fino a oggi a Roma sono oltre cento le sale cinematografiche trasformate in sale bingo o in altre attività oppure chiuse da anni. Cosa ha fatto il Pd nei dieci anni in cui ha guidato la Regione con Nicola Zingaretti? Quali interventi sono stati messi in campo? Un intervento è stato quello del 2020 di liberalizzare l’apertura delle sale cinematografiche, permettendo la possibilità di aprire nuovi multisala anche nelle vicinanze delle sale storiche già esistenti, decretandone la fine. Altro che garantire la sopravvivenza dei cinema. Foschi dovrebbe rispondere, visto che lavorava nel gabinetto del governatore a stretto contatto con lui”. “E cosa ha fatto il Pd a Roma per i cinema? Oltre a più di 40 cinema dismessi – prosegue FdI – nella Capitale ci sono anche diversi cinema appartenenti al patrimonio di Roma Capitale chiusi da anni. Tutti in stato di abbandono e degrado, vista di fatto l’impossibilità di intervenire. Eppure il Pd di Foschi e il sindaco Roberto Gualtieri non hanno fatto nulla. La legge regionale prevede tutta una serie di incentivi inserendo forti paletti contro la loro dismissione. Tutti i progetti per le sale in città storica dovranno andare in accordo di programma. Tradotto: la Regione Lazio darà ai sindaci la possibilità di riattivare quelle sale, ma saranno poi i sindaci stessi a decidere se farlo o meno. Quando la legge sarà approvata, Gualtieri e Foschi cosa faranno: avvieranno gli accordi di programma per riaprire le sale chiuse oppure continueranno a lasciar marcire quei locali che sono ferite sanguinanti nel cuore di Roma?”.