Le nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio stanno per ridisegnare la geografia politica e gestionale del sistema sanitario regionale. Tra conferme, spartizioni e qualche volto nuovo, il mosaico delle poltrone sembra ormai definito: FdI piazza tre manager alla guida delle Asl Roma 1, Roma 2 e Latina, rispettivamente con Giuseppe Quintavalle, Francesco Amato e Sabrina Cenciarelli. Per l’Asl Roma 5 la spunta Silvia Cavalli, già commissario straordinario della medesima azienda e fino a pochi mesi fa direttore generale a Latina. Per il San Giovanni Addolorata è arrivata la nomina di Maria Paola Corradi, ex manager dell’Ares 118. Anche la Asl Roma 6 ad Albano necessita di una nuova guida dopo il trasferimento improvviso del commissario Francesco Marchitelli in Piemonte. Tra i possibili successori emergono i nomi di Arturo Cavaliere, presidente SIFO, e Giovanni Profico. Tuttavia, rimane aperta la questione di trovare un profilo con esperienza nella gestione delle complessità territoriali. Per le Asl di Viterbo e Rieti i commissari Egisto Bianconi e Mauro Maccari dovrebbero diventare direttori generali. A Frosinone invece appare improbabile la conferma di Sabrina Pulvirenti. Possibile sorpresa al Sant’Andrea, dove Daniela Donetti viene data in uscita.
IL CAPOLAVORO DI TIERO E DURIGON
La scelta di Sabrina Cenciarelli per la guida dell’Asl di Latina era ormai data per scontata da settimane. Anche dentro FI era stato dato il via libera alla nomina. Dunque nessuno scontro. Al contrario di quanto avvenne 9 mesi fa. A marzo si era scatenata una battaglia per la nomina di commissario straordinario dell’Asl. Una contesa che aveva avuto due vincitori principali: Enrico Tiero e Claudio Durigon. Furono loro ad aver sostenuto maggiormente la scelta della Cenciarelli per l’incarico di commissario. Si era creata una sinergia che aveva visto Fratelli d’Italia e Lega protesi a rintuzzare le ambizioni di Forza Italia. Il senatore Fazzone, inizialmente, aveva fatto di tutto per strappare la casella più ambita. Se l’azienda pubblica più importante della provincia fosse andata agli azzurri, si sarebbe registrato uno smacco enorme soprattutto per FdI. Il governatore Rocca aveva saputo respingere le pressioni manifestatesi nelle ore precedenti alla decisione, dimostrandosi il vero perno della coalizione di centrodestra.
CIARLO O PARROCCHIA BIS
Per FI ci potrebbe essere la soddisfazione di avere un professionista come Pino Ciarlo nel posto di direttore sanitario aziendale. Una nomina che arriverebbe solo a primavera. E’ stata probabilmente sottovalutata la nomina di Sergio Parrocchia nell’aprile 2022. Fu la prima volta di un latinense. Dopo una colonizzazione che durava da decenni, il capoluogo riuscì ad esprimere il vero ‘timoniere’ dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali. Un uomo del territorio, profondo conoscitore della realtà pontina. Da direttore degli ospedali di Latina e Terracina, Sergio Parrocchia ha gestito le emergenze sanitarie degli ultimi 15-20 anni. Persona stimata e professionista competente, mai sopra le righe e soprattutto estraneo ai giochi della partitocrazia in campo sanitario. In passato è stato accostato alla destra, poi alla sinistra. Ma è sempre stato lontano da congressi, incontri e ‘chiacchiere’ sul piano politico. Il suo contratto scadrà a metà aprile. Vedremo se la manager Cenciarelli lo confermerà o nominerà il più quotato (politicamente) Pino Ciarlo. I giochi sono aperti.