Il centrodestra si spacca prima di cominciare anche a Ferentino. Luca Zaccari (Lega) ha sbattuto la porta dicendo che probabilmente sarà protagonista con un’esperienza civica. Ma forse è arrivato il momento di riflettere su come vengono avanzate le candidature nel centrodestra. Luca Zaccari è un esponente importante del Carroccio, nella precedente legislatura alla Provincia è stato presidente dell’aula, grazie ad un asse di ferro con Antonio Pompeo. Quando la Lega lo ha mandato avanti a Ferentino, lo ha fatto senza consultarsi con gli alleati. Come per la presidenza della Provincia, come sempre.
CHI CONCORRE A FERENTINO
Lucio Fiordalisio, commissario di FdI a Ferentino, ha più volte confermato che l’intenzione del suo partito è procedere unitariamente come coalizione. Adesso però è obiettivamente difficile. I nomi sui quali puntare sono sostanzialmente due: Gianluca Berretta (Lega) e Franco Collalti (Fratelli d’Italia). Ma non c’è molto tempo per trovare un accordo e soprattutto sembra mancare la volontà. Domenica intanto si faranno le primarie della coalizione che racchiude Piergianni Fiorletta, Claudio Pizzotti e Manuel Caruso.
Vincerà Fiorletta, che è appoggiato da Giuseppe Virgili, Luigi Vittori, Andrea Pro, Alessandro Rea, Ugo Galassi, Tonino Galassi e Massimo Gargani. Una vera e propria corazzata che promette di fare il pieno di voti alle primarie anche per far capire all’ex sindaco Antonio Pompeo che non ci sono possibilità di recuperare in vista delle comunali del 14 e 15 maggio. Però Antonio Pompeo è tignoso e sta lavorando molto per il “suo” candidato a sindaco, Alfonso Musa.
Concorreranno a sindaco anche Angelica Schietroma (sostenuta da Amedeo Mariani) e, forse, Luca Zaccari. In attesa di sapere chi sarà il prescelto del centrodestra. Una situazione effervescente, che sicuramente determinerà una campagna elettorale dura e polemica. Il tema politico è l’assalto di Francesco De Angelis alla roccaforte di Antonio Pompeo. Come nella tradizione del Pd in Ciociaria. Da ormai più di dieci anni.
TUTTO CHIARO AD ANAGNI
Nella Città dei Papi mancano ancora diverse candidature a sindaco (ad iniziare da quella del Pd e del centrosinistra), però chi giocherà la partita per vincere è palese. Daniele Natalia, sindaco uscente e dirigente di Forza Italia, combatterà fino all’ultimo voto. E’ un uomo di centrodestra, che sembra avere una strada obbligata davanti perché senza il sostegno di Fratelli d’Italia sarà difficile pensare di ottenere il bis. Il partito di Massimo Ruspandini dovrà riflettere molto e bene sul da farsi. Alessandro Cardinali guiderà una coalizione ampia di carattere civico, nella quale saranno presenti esponenti di esperienze molto diverse tra loro. Cardinali proviene da Fratelli d’Italia e conosce benissimo il centrodestra anagnino.
Sa dove andare a chiedere quei voti che potrebbero far pendere la bilancia a suo favore. L’incognita è rappresentata dalle scelte di Franco Fiorito: l’ex capogruppo regionale del Pdl sta riunendo continuamente liste civiche e possibili candidati. Chi sarà il candidato sindaco? Lui stesso oppure altri esponenti? C’è chi parla di Carlo Noto. Bisognerà presentare simboli, candidati, liste e coalizioni a metà aprile. Tra meno di un mese. Nelle prossime settimane ci saranno accelerazioni.
L’AVANZATA DI LEODORI
Daniele Leodori ha costruito tutta la sua carriera politica sulla capacità di analisi e sul fatto di non avere mai fretta. Nel Lazio il Pd deve andare a congresso. La tragica scomparsa di Bruno Astorre ha reso più evidente questa necessità. L’appuntamento ci sarà tra luglio e ottobre, ma AreaDem di Dario Franceschini ha le idee chiare. La decisione di sostenere Elly Schlein alle primarie nazionali si è rivelata giusta e ora la strada è in discesa.
Nel Lazio anche Nicola Zingaretti ha appoggiato la Schlein. Mentre invece Roberto Gualtieri, Claudio Mancini, e Matteo Orfini erano con Stefano Bonaccini. Gli schieramenti del congresso sono già noti. In consiglio regionale Daniele Leodori (eletto vicepresidente dell’aula) ha fatto capire di voler essere lui il “capo” del Pd. Si muoverà con lucidità e cautela, ma ha un vantaggio difficilmente colmabile: lui e la sua area politica sono tra i vincitori del congresso nazionale.
Esattamente come nel 2019 con Nicola Zingaretti. A livello nazionale la Schlein sta cercando di ricostruire le alleanze di centrosinistra alle condizioni del Pd. Nel Lazio c’è la necessità di fare la stessa cosa e Daniele Leodori è sicuramente l’uomo politico più attrezzato che il partito ha al proprio interno.