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Forza Italia ‘isolata’ in Regione. Non passa la linea dura e la richiesta di un altro posto in giunta. I riflessi pontini

Cristiano Sacerdoti
Ottobre 9, 2024

La crisi politica in Regione Lazio sembra destinata a rientrare nelle prossime ore. Le ultime indiscrezioni rivelano come FI sta provando ad alzare l’asticella ma alla fine dovrà accontentarsi di due o tre deleghe in più: Urbanistica, Cinema e forse lo Sport. Intanto ci sarà una mini tregua per votare il documento di programmazione economico-finanziaria, anche perché a metà ottobre andrà consegnato alla Corte dei Conti per la parifica dei giudici contabili del Lazio. Un appuntamento che la Pisana non può bucare. 

LA LINEA DURA NON PAGA

Da oltre tre mesi si è assistito ad un tira e molla che rischia di penalizzare sul piano dell’immagine proprio l’attore principale: Forza Italia. In un lasso di tempo relativamente breve Forza Italia è passata da tre a otto consiglieri regionali, a discapito soprattutto della Lega, che era partita alla pari con gli azzurri ma si ritrova ora con un solo rappresentante in Consiglio, essendo stata di fatto “svuotata”. Ma i forzisti hanno reclamato maggiore potere di fronte a Fratelli d’Italia. Nella vicenda laziale, infatti, è emerso un elemento finora ben dissimulato da Tajani, e cioè la volontà degli azzurri di erodere posizioni di potere agli alleati, mettendo sul tavolo la crescita elettorale e il numero considerevole di nuovi acquisti. Nella fattispecie, FI ha continuato a chiedere un assessorato in più (rispetto ai due attuali), facendo capire di puntare a deleghe di peso come l’Urbanistica (ora in mano alla Lega) o i Lavori Pubblici (detenuti da FdI), arrivando addirittura a ventilare degli appetiti sulla Sanità, “regno” del governatore Rocca. Fi, inoltre, avrebbe chiesto anche la presidenza del Consiglio regionale, innescando così la reazione stizzita sia dei meloniani che dei salviniani, i quali vedono a rischio l’unico assessorato in loro possesso. Anche FdI è contrariata, e al malumore di via della Scrofa contribuiscono vicende come quella di un altro cambio di casacca che ha fatto rumore: quello della consigliera comunale capitolina Rachele Mussolini, approdata alla corte di Tajani per presunte incompatibilità politiche coi meloniani.

SOLO POSTI IN PIEDI

Sulla carta ci sarebbero solo posti di sottogoverno per Forza Italia da poter strappare agli alleati. In particolare le aziende sanitarie locali, dove ci si appresta alla nomina dei nuovi direttori generali. Su Latina gli azzurri non hanno mai nascosto ambizioni importanti. Che però con ogni probabilità rimarranno velleitarie. La posizione di Sabrina Cenciarelli resta solida. Supportata da FdI e Lega. E persino dentro FI c’è chi appare soddisfatto del suo operato-. “Vi sono stati progressi significativi nell’abbattimento delle liste d’attesa presso l’Asl di Latina, resi possibili sotto la guida della commissaria Sabrina Cenciarelli” ha affermato il consigliere regionale Angelo Tripodi. L’esponente azzurro è stato eloquente: “Dopo un lungo periodo di criticità e ritardi, l’impegno della direzione ha iniziato a dare i primi frutti, migliorando i tempi di accesso alle prestazioni sanitarie per i cittadini del territorio. Le lunghe liste d’attesa sono state per troppo tempo una delle principali criticità della sanità locale, penalizzando i pazienti e mettendo a dura prova il sistema. Grazie all’impegno della nuova direzione dell’Asl di Latina, stiamo finalmente assistendo a una riduzione significativa dei tempi di attesa per visite e interventi, con benefici tangibili per la comunita’”. Parole che fanno intendere come alla fine FI potrebbe accontentarsi della direzione sanitaria aziendale (Pino Ciarlo), lasciando alla Cenciarelli il ruolo di manager per i prossimi tre anni.

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