Sarebbe il Frosinone dei sogni, se non fosse reale. Difficile immaginarlo più bello di così: propositivo, instancabile, superbamente umile, che sembra un ossimoro ma non lo è. È regale nell’interpretazione del gioco, ma è tenace e proletario quando si tratta di rincorrere l’avversario.
Le due anime convivono senza bisticciare, bruciano come un fuoco perpetuo e accendono la calcistica immaginazione. Pur privo di tre pedine importanti, leggi Lucioni, Kone e Mazzitelli, il team di Grosso ha interpretato in modo impeccabile anche l’ultima recita di questo trionfale 2022.
Vittima sacrificale la Ternana di Andreazzoli, che reduce da un’ingiusta punizione casalinga con il Como era scesa allo Stirpe con propositi battaglieri. E fino al gol di Mulattieri le “fere” dell’Umbria erano in qualche modo riuscite ad imbrigliare gli estri del team frusinate.
FROSINONE: LA SVOLTA DELLA GARA NEL FINALE DEL PRIMO TEMPO
Ad imprimere alla gara la svolta decisiva è stato il gol di Mulattieri, fulmineo nello scaricare alle spalle di Iannarilli un pallone recapitatogli da Rohden dopo un’azione perfetta della squadra canarina. Fino a quel momento era stato un buon Frosinone, ma con le idee un po’ annebbiate in fase conclusiva. Il palleggio degli umbri in mediana aveva avuto buon gioco, se non altro nel far trascorrere i minuti senza che la porta ospite corresse pericoli esagerati. Dal momento dell’uno a zero in poi, si è invece assistito ad un vero monologo dei canarini, che hanno sciorinato un gioco molto bello e parimenti incisivo, arrivando alla conclusione di frequente e con apparente facilità.
Lo scoppiettante inizio di secondo tempo ha regalato al nutrito pubblico dello Stirpe ben due marcatore: stavolta Mulattieri ha fatto l’uomo assist e Insigne, implacabile in fase conclusiva, ha firmato il due a zero con precisione chirurgica. La Ternana ha definitivamente ammainato bandiera, benché lo spicchio di stadio riservato ai tifosi ospiti continuasse ad incitarla. Allora Garritano, subentrato da pochissimo, ha pensato bene di tacitare anche i soli che non si erano arresi, con un tiro a giro spettacolare e di rara precisione.
L’apoteosi non si è vestita di un punteggio ancor più severo solo per questione di centimetri e per le parate di Iannarilli, che per non essere l’unico ciociaro scontento si è esibito in un paio di pregevoli interventi. Alla fine, telefonini accesi a mo’ di luminarie, cori per Fabio Grosso e per il presidente Maurizio Stirpe e tanta voglia di celebrare una squadra che in ogni gara ci mette l’anima, che è poi quel che esige un tifoso, prima di ogni altra cosa.
PUNTEGGIO RECORD A FINE ANDATA
Mai nella sua storia il Frosinone aveva totalizzato un così rilevante bottino di punti al temine del girone di andata e va detto che manca pure qualcosa per almeno due gare in cui i giallazzurri sono stati penalizzati da sviste arbitrali. C’è poi la beffarda sconfitta di Cittadella, al termine di una gara dominata e persa per una distrazione finale, dopo un numero rilevante di occasioni fallite. Insomma, 39 e sto, anche se l’over 40 c’era tutto. È anche piuttosto singolare che una squadra con la produzione offensiva del Frosinone non abbia beneficiato di un solo calcio di rigore in tutto il girone di andata, ma Boloca e compagni sono stati più forti di tutto e di tutti ed ora su godono il titolo d’inverno, il più 6 sul Genoa, terzo, e gli unanimi consensi della critica. Buon anno, Frosinone!