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Frosinone, c’era una volta il centrosinistra

Massimo Pizzuti
La “suggestione” Francesco De Angelis candidato sindaco, l’inconsistenza di Sara Battisti e l’impotenza di una segreteria impalpabile. E il peso delle fratture nella coalizione
Gennaio 26, 2024
Antonio Pompeo, Angelo Pizzutelli , Sara battisti, Francesco de Angelis

 Anonima. Oltre che divisa, ininfluente e marginale. L’opposizione di centrosinistra al Comune di Frosinone non sconta soltanto dei numeri esigui (11 consiglieri su 33), ma evidenzia una totale mancanza di idee e strategie. Ognuno si concentra sul proprio gruppo e la federazione provinciale del Pd si guarda bene dal prendere in mano la situazione, come da molti anni a questa parte. Adesso è spuntata l’ennesima suggestione: poiché Francesco De Angelis non sarà più presidente del Consorzio industriale, allora perché non provare a puntare su di lui come candidato sindaco del futuro più o meno prossimo? Ma è una suggestione, almeno per adesso.

UN QUADRO A TINTE FOSCHE

Il Pd non riesce neppure a svolgere il congresso cittadino. L’ex sindaco Michele Marini era stato indicato dal gruppo consiliare come possibile “pacificatore”. Ma lui ha detto no, dopo essere confrontato con il consigliere della sua lista civica, Andrea Turriziani. Nessuno dei due vuole essere legato al Pd. Inoltre, seppure ad intermittenza, la Lista Marini spesso getta dei ponti nei confronti della maggioranza di centrodestra del sindaco Riccardo Mastrangeli. Si è provato a chiedere a uno dei tre consiglieri di concorrere per il ruolo di segretario. Silenzio tombale da parte di Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi. Mentre Angelo Pizzutelli non si fida. Teme che sia l’ennesima “trappola” per bruciarlo come candidato sindaco. Come dargli torto? E’ già successo due volte.
I rapporti tra i gruppi del Pd e della Lista Marzi sono inesistenti e nervosi. I ben informati parlano di un “gelo artico” tra i due capigruppo, Angelo Pizzutelli e Alessandra Mandarelli. A causa della questione delle candidature alle provinciali. La Mandarelli si aspettava che tutta l’opposizione votasse per Armando Papetti (Lista Marzi). Non è successo. Angelo Pizzutelli credeva che i Democrat puntassero su di lui e che Domenico Marzi lo sostenesse dopo l’appoggio all’ultima candidatura a sindaco. Risultato: silenzi, nervosismi. In assenza di una qualunque mediazione. Il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli tende a non farsi notare: assai probabile che alle europee possa sostenere Mario Abbruzzese, candidato della Lega. Come si fa quindi a parlare di una sua appartenenza al centrosinistra? Vincenzo Iacovissi (Psi) si sta distinguendo, ma in solitudine. Dopo essersi candidato a sindaco in alternativa a Domenico Marzi. Tutte queste situazioni portano alla conclusione che il centrosinistra non può rappresentare oggi un’alternativa di governo nel capoluogo.

LE STRADE NON PARALLELE DEI BIG

Francesco De Angelis ha dimostrato negli anni di essere un fuoriclasse. Ora sembra volersi estraniarsi da un contesto nel quale fatica a riconoscersi. Forse l’idea di riportare da “condottiero” il centrosinistra alla guida della città potrebbe anche stuzzicarlo, in futuro. Anche se sulla strada di un’ipotesi, di per se suggestiva, dovrebbe superare parecchi ostacoli. A cominciare dalla coalizione. In diversi non lo sosterrebbero. E il percorso che potrebbe provare alla fine sarebbe quello di un grande “rassemblement” civico senza colori e bandiere.

Domenico Marzi è stato uno dei primi cittadini più importanti di Frosinone, Michele Marini ha ottenuto consensi mai visti prima nella coalizione. Ma stiamo parlando di uomini politici che la loro carriera l’hanno fatta. Se il Pd per la candidatura a sindaco deve pensare sempre a Marzi, Marini e De Angelis, vuol dire che c’è stato un fallimento “storico” sul ricambio della classe dirigente. Potrebbe essere questo un tema congressuale.

ESCLUDERE CHI FA OMBRA

La situazione di Frosinone rispecchia quella provinciale. La consigliera regionale Sara Battisti è letteralmente scomparsa dalla scena. Specialmente da quando è diventata leader di Pensare Democratico, la corrente maggioritaria. Tutti hanno capito in fretta (alcuni lo immaginavano già) che non aveva neppure un decimo del carisma di Francesco De Angelis. Infatti la componente fatica a seguirla e alla fine deve intervenire sempre il capo-fondatore. Alla Regione Lazio fa un’opposizione scontata e telefonata, non ponendosi mai il problema che su temi come la sanità e i rifiuti la giunta Rocca sta mettendo riparo ai disastri del centrosinistra. Del quale faceva parte anche Sara Battisti. Mauro Buschini si è auto-parcheggiato nel cda della Saf, ma sul piano politico non esiste più. Pensare che doveva essere lui il “delfino” di De Angelis.
In comune Battisti e Buschini hanno conservato l’osservanza al vecchio comandamento di provare ad escludere chi potrebbe fare ombra. L’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo è stato volutamente dimenticato (in particolare dalla Battisti), nonostante le oltre 15.000 preferenze alle regionali. Un errore madornale: l’ex sindaco di Ferentino e presidente della Provincia doveva essere recuperato, coinvolto e motivato. Nell’interesse del partito.
Infine la segreteria. Luca Fantini è costretto quotidianamente a mediare tra mille situazioni impossibili. Fa quel che può, ma forse un’alternativa ce l’ha. Dimettersi da segretario. Magari per scoprire definitivamente il “bluff” Battisti. Mettendola alla prova sul terreno della leadership politica. Tentar non nuoce.

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