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Frosinone, Egato rifiuti: abrogata la legge. Ora restano i debiti e toccherà ai cittadini metter mano al portafogli

Cesidio Vano
Novembre 9, 2023
Mauro Buschini

Loro pensano alle poltrone, i cittadini pagano le spese. È finita così anche per l’Egato dei rifiuti di Frosinone, l’unico istituito nel Lazio, per dare un posto all’ex consigliere regionale Mauro Buschini, nominato presidente, che non doveva e non poteva (secondo i calcoli imposti da una parte del Pd) ricandidarsi alle elezioni dello scorso febbraio, dove avrebbe fatto saltare gli equilibri e la conquista dei seggi già assegnati ai più fedeli.

Dunque, ieri, il Consiglio regionale del Lazio, a maggioranza (con 29 voti favorevoli e 13 contrari), ha abrogato la legge che istituiva gli Egato dei rifiuti in ogni provincia del Lazio. Era un impegno che il centrodestra aveva preso in campagna elettorale, anche davanti alla spavalderia del Pd – mostrata a Frosinone – nell’utilizzare tali enti per gestire al meglio il potere nel partito.

La cosa che più interessa la Ciociaria, però, è che con la nuova legge è stato stabilito che sarà un commissario straordinario a liquidare l’Egaf, come l’Egato ciociaro si è ribattezzato. Lo scorso 11 ottobre il presidente Mauro Buschini, vista la mala parata, si era dimesso, lasciando l’ente senza una guida o un sostituto e, siccome una poltrona dove essere e una poltrona sarà, domani, con ogni probabilità, sarà eletto nel Cda della Saf, la società dei Comuni che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti di Colfelice.

Ma chi pagherà le spese e i costi sostenuti dall’Egaf dal dicembre 2022 fino alla sua estinzione? Semplice: pagheranno i Comuni che dovranno caricare quei soldi sulla Tari, essendo quella spesa connessa con il servizio di gestione dei rifiuti: quindi pagheranno i cittadini. Per il 2023, l’Egaf aveva previsto di spendere 1,2 milioni di euro, essenzialmente per le indennità di presidente e consiglio direttivo, per gli stipendi di collaboratori e per l’acquisto di beni e servizi.

Spetterà ora al commissario straordinario, che sarà nominato dal governatore Francesco Rocca – detto per inciso anche al commissario spetterà un’indennità che graverà sulla liquidazione – verificare quanto si è speso e quanto c’è da pagare. Si spera poco, ma in ballo ci sono: indennità e stipendi, compensi vari, rimborsi, utenze, affitti, anticipazioni dalla banca tesoriere, acquisto di attrezzature, software, licenze, convenzioni, accordi, protocolli d’intesa, e quant’altro si è messo in moto in questi 12 mesi di vita dell’ente.

Di certo, c’è una sola voce d’entrata iscritta nel bilancio dell’Egaf: ovvero le quote di partecipazione dei Comuni all’Egato, calcolate in funzione di 4 parametri (popolazione, estensione territoriale, presenza di impianti di raccolta e livello di differenziata raggiunto) che, però, sono state puntualmente contestate dai Comuni per l’incertezza dei calcoli svolti.

Verificati e quantificati i debiti, al commissario non resterà altro da fare che attivarsi per recuperare i crediti: essenzialmente le quote che i comuni sono tenuti a versare, già quantificate e richieste dall’Egaf nei mesi passati, ma da nessun Municipio finora pagate. I Comuni, del resto, sono anche gli unici soci dell’Egato e quindi, in ultima istanza, i soggetti che devono garantire il pagamento dei debiti dell’ente. Il rischio è che finisca come già per il Cara, l’ex consorzio degli Aurunci, per il quale ancor oggi molti sindaci si vedono richiedere cifre a più zeri.

Ad ogni modo, per i Comuni si tratterà solo di una ’partita di giro’. Infatti, i costi per il funzionamento dell’Egaf, o meglio per il pagamento delle quote di partecipazione, debbono essere conteggiati ai fini del piano economico della gestione rifiuti: in soldoni, come detto, finiranno sulla Tari e saranno pagate dagli utenti con le bollette dell’immondizia.

A questo punto, inoltre, è molto probabile anche che i ricorsi pendenti davanti al Tar di Roma, promossi dai Comuni di Fiuggi e Torrice (per l’annullamento degli atti di costituzione dell’Egato e di nomina dei suoi vertici) e dallo stesso Egato (contro l’autotutela decisa in passato dalla Regione che aveva revocato le delibere di istituzione degli Egato), vengano meno per carenza di interesse, visto che la normativa alla base degli atti impugnati e stata cancellata.

La politica ha giocato ad occupare poltrone, a dare strapuntini per non avere inciampi elettorali, a piazzare nel Direttivo amici e sponsor elettorali, ora le famiglie ciociare ne faranno le spese.

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