Solita seduta, più nervosa che intensa, sul question time. Con uno scambio (significativo) di stoccate tra il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri e il sindaco Riccardo Mastrangeli, a testimoniare le distanze che ormai li separano non soltanto sul piano politico.
Per il resto, però, la partita vera si sta giocando fuori dall’aula di Palazzo Munari.
Il sindaco Riccardo Mastrangeli sta studiando come procedere sul riassetto della maggioranza che lo sostiene. Vorrebbe intanto procedere con l’attribuzione di alcune deleghe ai consiglieri Andrea Turriziani e Claudio Caparrelli, che, in occasione del rinnovo dell’ufficio di presidenza, hanno sostanzialmente aderito alla coalizione che appoggia il primo cittadino. Andrea Turriziani è stato eletto nella Lista Marini e ha mantenuto il gruppo. Anche se nel frattempo è stato indicato come coordinatore provinciale della Dc di Gianfranco Rotondi, a sua volta parlamentare di Fratelli d’Italia. E da settimane si parla insistentemente di un patto federativo tra FdI e Andrea Turriziani. Per lui si ipotizza la delega all’Università. Claudio Caparrelli è del Polo Civico, la lista (fondata da Gianfranco Pizzutelli) che per dieci anni ha fatto parte della maggioranza che ha sostenuto Nicola Ottaviani. Ma che nel 2022 si è schierata con il centrosinistra e con il candidato sindaco Domenico Marzi. Adesso la situazione è completamente cambiata. In ogni caso l’attribuzione delle deleghe riguarderebbe anche altri consiglieri, eletti nel centrodestra. Per esempio Marco Ferrara e Franco Carfagna (Fratelli d’Italia), ma pure Dino Iannarilli (Lega). Una serie di pesi e contrappesi con i quali il primo cittadino intende provare a tenere tutto insieme.
Ma il tema vero è la maggioranza che vuole avere Mastrangeli per i prossimi due anni e mezzo. Dalla sua ha 17 consiglieri su 33. Sulla carta però. Perché il presidente dell’aula di Palazzo Munari, Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani), chiede un azzeramento della giunta, per poi avviare una verifica che punti a recuperare gli 8 “dissidenti”. Nell’ambito di un perimetro di centrodestra. Parliamo di Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo (Forza Italia), di Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), di Giovanni Bortone, di Teresa Petricca, Giovambattista Martino, Francesco Pallone (Futura). Percorso non facile quello che indica Massimiliano Tagliaferri, ma in ogni caso delineato all’interno di una coalizione che governa il capoluogo dal 2012.
Riccardo Mastrangeli però non appare intenzionato a prenderlo in considerazione e nella maggioranza pure altri preferirebbero strade differenti. Tra le quali quella di un accordo con la Lista Marzi: Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli, Armando Papetti. Si potrebbe far presente che Marzi è stato per due mandati sindaco del capoluogo alla guida del centrosinistra e che è indubbiamente l’avversario politico per antonomasia di Nicola Ottaviani, quello che più di ogni altro ha voluto Mastrangeli sindaco. Si parla addirittura di ipotesi di un coinvolgimento pieno, con l’attribuzione di un assessorato alla civica. Magari quello alla Polizia Locale, trattenuto ad interim da Mastrangeli. Può succedere qualunque cosa, ma i protagonisti sono consapevoli che un quadro politico del genere determinerebbe la fine della lunga stagione del centrodestra a Frosinone, che è un Comune capoluogo. Forza Italia peraltro è già all’appoggio esterno. Tra i “rumors” c’è pure lo scenario di una sorta di Governo del Sindaco, che potrebbe essere sostenuto, oltre che dalla Lista Marzi, anche da esponenti del Pd. Come Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi.
In un altro contesto si sarebbe parlato di scenari da fantascienza politica. Al Comune di Frosinone no, perché da anni, come Politica7 ricorda spesso, nel capoluogo è scomparsa la Politica.
Forse però si stanno facendo i conti senza l’oste. Ma chi è l’oste? Per esempio i livelli nazionali e regionali dei partiti del centrodestra. Frosinone è un capoluogo di provincia, percepito come una roccaforte della coalizione. Fra l’altro il Governatore Francesco Rocca, nella lunga e complicata verifica alla Regione, ha posto un paletto preciso: rispetto assoluto della coalizione di centrodestra e costante richiamo ai risultati elettorali.
Al Comune di Frosinone si andrebbe in una direzione non soltanto opposta. Ma totalmente contraria.