Le telecamere di “Fuori dal Coro”, trasmissione di approfondimento giornalistico di Rete 4, condotta da Mario Giordano, puntate – ancora una volta – sulla Ciociaria e su Frosinone per l’elevata percentuale di perdite idriche nella gestione degli acquedotti.
Frosinone e Ciociaria esempio di dispersione idrica record
Martedì sera, nel corso della trasmissione, infatti, è andato in onda un servizio dedicato alla rischio siccità in Italia e al fatto che molte gestioni del servizio idrico integrato facciano poco o niente per contenere la dispersione causata da tubazioni rotte, vetuste e obsolete. Se per parlare di siccità si è guardato alla Puglia, per argomentare sulla pessima gestione delle perdite idriche si è preso ad esempio la provincia di Frosinone e la gestione fatta da Acea Ato 5 – costola ciociara di Acea Spa -, dopo che nella redazione dei Fuori dal Coro sono arrivate dalla Ciociaria numerose segnalazioni.
Non è la prima volta che la trasmissione di Giordano dedica attenzione alla Ciociaria in tema di perdite idriche. L’Ato5 di Frosinone, infatti, è una “eccellenza” in tale settore, detenendo, contemporaneamente, i non invidiabili record di gestione con la maggiore percentuale di perdite in Italia e di provincia con le tariffe dell’acqua tra le più salate del Belpaese.
“Perdite idriche al 64%” ma c’è il trucco…
Nel corso della puntata di martedì, gli inviati di Fuori dal Coro hanno ricordato che nel Frusinate c’è una dispersione idrica del 64%: un dato molto ottimista e ottenuto grazie ad un trucchetto. In realtà la dimensione delle perdite idriche deve essere aumentata di un buon 10% per arrivare al 74. Infatti, nel 2020 Acea Ato 5 ha deciso di modificare il sistema di calcolo delle perdite, aumentando di 10 volte la stima di volumi “tecnici” che pure essendo di fatto acqua che fuoriesce dall’acquedotto, non vengono computati come perdite: si tratta, ad esempio, dell’acqua prelevata con le autobotti dalle sorgenti, dei ‘troppo pieno’ che sversano al suolo, dell’acqua erogata dalle fontane comunali; dell’acqua persa durante le riparazioni e i lavaggi; dell’acqua per l’antincendio. Volumi tecnici che di botto sono passati – nel 2020 – da 0,6 milioni di metri cubi a 6,8 milioni, abbassando di conseguenza il livello delle perdite di circa l’11%. Il tutto è avvenuto sulla carta (modificando una tabella excel) senza che si effettuasse una sola riparazione. Giusto per capirci 6 milioni di metri cubi equivalgono – per farsi un’idea – a tutta l’acqua contenuta in tre volte il lago di Posta Fibreno, che secondo Acea si perderebbe con le autobotti e le fontane comunali (quasi tutte chiuse, tra l’altro).
Acea non risponde alle domande: “è il nostro stile!”
Ad ogni modo, gli inviati di Giordano hanno provato a parlare con i responsabili di Acea Ato5 per chiedere risposta alle tante domande che gli utenti hanno posto alla loro redazione, ma non c’è stato nulla da fare. Se nel 2020, appena insediatosi, il presidente della società che opera in Ciociaria aveva promesso di “metterci la faccia” andando anche in Tv per dare risposte concrete ai cittadini, l’altra sera c’ha messo le… scarpe! Infatti, Roberto Cocozza, presidente operativo di Acea Ato 5 non si è fatto neanche riprendere in volto: la telecamera ha inquadrato le sue ‘inglesine’ nere e il pantalone violetto, mentre diceva agli inviati di “Fuori dal Coro” che l’Acea ha un suo stile di comunicazione e che lui deve attenersi a quello stile. Stile che, evidentemente, deve esser quello di non rispondere alle domande di giornalisti e cittadini.
Acea Ato 5, Cda in scadenza e incertezza sul nuovo management
Del resto Cocozza e buona parte del suo management vivono giorni di incertezza. Sono in attesa di conoscere a breve la loro sorte: il Cda scadrà con l’approvazione del bilancio 2022 che dovrebbe essere approvato entro marzo (ma Acea Ato 5 tira sempre a lungo) e non è affatto escluso l’ennesimo giro di giostra con il cambio di tutta la governance aziendale e l’arrivo in Ciociaria di quelli “ancora più bravi” rispetto a quelli “più bravi” mandati nel 2019.
Siccità e razionamento idrico: la Ciociaria e Frosinone possono fare scuola
Ad ogni modo, grazie ad Acea Ato 5, la Ciociaria si trova all’avanguardia nel razionamento dell’erogazione dell’acqua. Infatti, se in questi giorni il tema della siccità è al centro di numerose iniziative – tra l’altro il prossimo 22 marzo sarà la giornata internazionale dell’acqua – e Legambiente si è fatta promotrice di “un piano di razionamento dell’acqua per i diversi usi”, la Ciociaria si vede con l’acqua razionata di notte e pure di giorno da ormai diversi anni (che sia inverno, estate, autunno o primavera) con zone – si veda via Scaccia o via San Salvatore a Fontana Liri – dove l’acqua c’è sì e no una sola ora al giorno.
Ecco, in questo (il razionamento idrico) la Ciociaria, grazie ad Acea, può fare scuola. Il nostro problema però non è la siccità: l’acqua c’è e ce n’è anche tre volte quella che servirebbe, mancano gli investimenti strutturali e le opere che consentirebbero di non sprecarla. E dopo 20 anni (diconsi venti!) di gestione affidata ad Acea non c’è scusa che tenga. E allora inquadriamo le scarpe.