Chi l’avrebbe detto? Risposta semplice: nessuno! Immaginare un Frosinone solo in vetta, dopo 16 giornate di campionato, non era davvero ipotizzabile, specie alla luce del deludente campionato conclusosi con un lieto fine ma protrattosi all’insegna della paura.
E invece, eccoli i nostri eroi giallazzurri in vetta alla classifica. In un campionato zeppo di pretendenti autorevoli, di squadre metropolitane e di club di grande tradizione, davanti a tutti ci sono loro: i ciociari Palmisani e Bracaglia, l’arrembante Koutsoupias, bomber fuori dal copione, le frecce Ghedjemis e Kvernadze e il lucido e geniale Calò.
Alvini dirige un gruppo di ragazzi che hanno fame, voglia, curiosità. Eh già, curiosità di vedere dove possa portarli l’entusiasmo che mettono in ogni gara, quel pizzico di spregiudicatezza che non guasta e quell’idea meravigliosa di scompaginare i piani delle grandi. Il Frosinone si è guadagnato un ruolo preminente nel campionato cadetto: parlano in suo favore tre promozioni, cui vanno aggiunti una sconfitta in finale contro lo Spezia e una semifinale play-off con beffa firmata Letizia (terzino che quando vede il Frosinone gioca sempre grandi gare), che fanno cinque campionati di vertice su 14 partecipazioni. Basta e avanza per uno status di “grande”, ma a dispetto di queste premesse in estate stavolta non si respirava clima di imprese o di ulteriori stagioni gomito a gomito per conquistarsi il salotto buono. Si ipotizzava e si sperava che potesse esserci una stagione senza troppi sussulti e senza timori, con qualche soddisfazione colta qua e là, come un fiore di campo durante una passeggiata.
E invece, eccoli qui: tre punti sul Monza, quattro sul Cesena, cinque su Venezia, Palermo e Modena. Gli altri, decisamente più distanti, con pensieri diversi e problematiche quotidiane all’insegna del non si sa.
E’ un Frosinone che stupisce per primo se stesso, perché persino i vertici societari hanno ammesso candidamente di non rappresentarsi una situazione simile. Però adesso che si fa? Beh, si continua così, possibilmente. Come a Pescara, dove nemmeno un gol incassato dopo 40 secondi di gioco ha smorzato l’entusiasmo e la voglia di prevalere della pattuglia dei ragazzi terribili: decima perla di una stagione che si annuncia ancora foriera di soddisfazioni e incredibilmente stimolante. Miglior attacco, cosa insolita persino per gli anni di gloria. Il leone ruggisce anche con i suoi leoncini…
Frosinone, prove tecniche di fuga

