Da quando Maurizio Stirpe è alla guida del club, il Frosinone ha colto ben 5 promozioni. Chiedere ai tifosi quale sia la più bella è come chiedere a una mamma se esista un figlio prediletto. Impossibile stabilire una gerarchia, anche se le 2 che valsero la conquista della massima serie possono apparire più importanti per la storia del club. Il 7 giugno ricorda ai tifosi del Frosinone la terza promozione dell’era Stirpe, quella che sancì il ritorno in serie B. I canarini avevano frequentato la cadetteria per 5 anni, poi la caduta in C per tre anni di purgatorio. Al terzo tentativo il Frosinone riuscì nell’impresa di tornare in B e lo fece nel modo più sofferto ma al tempo stesso più esaltante, attraverso i playoff. In verità per tutta la stagione i giallazzurri avevano battagliato con il Perugia, alternandosi in vetta al campionato. A decidere la promozione diretta degli umbri fu una “bomba” di Moscati, nel confronto diretto giocato a Perugia. Un po’ sconfortato e con tanti dubbi, il Frosinone iniziò l’avventura della post season battendo per 2/0 in gara unica la temibile Salernitana. In semifinale i canarini piegarono il Pisa, stavolta dopo match di andata (0/0 in Toscana) e ritorno (2/1 al Matusa).
Nell’ultimo atto il Frosinone si trovò di fronte il temibile Lecce, che aveva in organico Miccoli, Bogliacino, Ferreira Pinto, Diniz e altri eccellenti giocatori. All’andata, allo stadio “Via del Mare”, un gol di Mirko Gori consentì ai canarini di ottenere un prezioso pareggio. Il ritorno si giocò al Matusa il 7 giugno e l’inizio fu in salita: dopo 20 minuti assist di Miccoli e gol di Beretta. Tremò di nuovo il Matusa, qualche minuto dopo, quando ancora Beretta centrò il palo alla destra di Zappino, ma poi i canarini si ridestarono da quel torpore iniziale e riequilibrarono il match grazie a Paganini, che fu abile a sfruttare un perfetto cross di Crivello proprio al morire della prima frazione. Dopo un secondo tempo in cui il Frosinone costruì un paio di occasioni ma trovò Caglioni pronto a dire no, si arrivó all’overtime. Al 7’ del primo tempo supplementare Beretta si vide sanzionare con il secondo giallo, dopo uno “scambio di complimenti” con Blanchard, anch’egli ammonito, ma per la prima volta. Col Lecce in dieci, la pressione del Frosinone diventò massiccia ma si dovette attendere fino all’11’ del secondo tempo supplementare per sfogare una gioia incontenibile. A far centro, di testa, su azione da calcio d’angolo, fu capitan Frara. Poi a tempo scaduto sbocciò anche Viola e il triplice fischio di Ros sancì il ritorno nel secondo campionato nazionale di una squadra che poi seppe anche fare un clamoroso bis. Ma quella è un’altra storia, un’altra magica promozione…