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Frullatore Democrat. Vannacci come Zorro: lascia il segno. E la Lega… svanisce

Massimo Pizzuti
Nel Pd il dibattito è diventato un thriller. Tra le “correnti” uno scontro come se non ci fosse un domani. Prima l’en plein di Vannaci ieri il “bau-bau” di una Lega senza strategia, tremolante e attaccata alle poltrone alla Regione. A Frosinone si lamentano. Ma ormai il Comune è irrilevante nella scacchiera del centrodestra regionale.
Febbraio 7, 2025

Ieri pomeriggio Achille Migliorelli, uno dei due candidati alla segreteria provinciale del Pd, ha iniziato da Cassino quello che può essere definito uno percorso di avvicinamento al congresso. La stessa cosa aveva fatto qualche giorno fa, a Frosinone, Luca Fantini, l’altro competitor. Il problema è che nessuno dei due ha la più pallida idea di quali possano essere… le date. Del congresso naturalmente.
Di sicuro bisognerà attendere il giudizio della commissione nazionale di garanzia del partito, alla quale è stata trasmessa l’intera documentazione sui ricorsi presentati (33) e sulla decisione dell’organismo regionale. In realtà però è il clima politico a preoccupare.
Mai una tregua, mai una mediazione, mai una soluzione concordata per evitare che i panni sporchi si lavino in pubblica piazza. Mentre invece volano gli stracci ininterrottamente. Il Pd passa da una bufera politica all’altra come se non ci fosse un domani. Ma quanto successo negli ultimi giorni va dritto negli annali della cronaca politica recente della Ciociaria.

LA RICOSTRUZIONE


Dopo le dimissioni da capogruppo al Comune di Frosinone di Angelo Pizzutelli, sono arrivate quelle di Francesco Brighindi, Stefano Pizzutelli, Laura Collinoli e Manuela Fraioli dalla segreteria cittadina del partito. Il ragionamento è stato questo: se l’obiettivo è rilanciare il circolo del capoluogo, occorre unanimità di intenti e di motivazioni. Il malumore di Angelo Pizzutelli impone a tutti di fermarsi, azzerare il quadro e provare a ripartire. Il fatto è che chi dovrebbe dare risposte? I Democrat non hanno una governance di federazione in questa fase. Il segretario uscente Luca Fantini ha terminato il mandato, tutti i poteri erano stati trasferiti alla commissione congressuale, decaduta a seguito delle dimissioni di sei degli undici membri. Recentemente ci sono state due accelerazioni enormi. La prima: le dimissioni della vicesegretaria e del presidente del circolo frusinate, rispettivamente Elsa De Angelis e Luigi Sacchetti. I due hanno attaccato frontalmente l’operato del segretario Marco Tallini, che ha risposto azzerando la segreteria politica e fissando la riunione della direzione, che a questo punto diventa il teatro di una resa dei conti senza precedenti. In ballo c’è tutto: la governance del circolo, la candidatura a sindaco, i rapporti tra il circolo e il gruppo consiliare. Senza una sintesi politica tra i “due Pizzutelli” (Angelo e Stefano) è davvero arduo immaginare di poter trovare una soluzione. Sull’unità nessuno si azzarda neppure a pensarci.
Contemporaneamente la decisione della commissione regionale di garanzia, che ha votato un documento con il quale accoglie i ricorsi presentati. La decisione: il tesseramento 2024 è valido ai fini dell’iscrizione ma non per il congresso. Esultano Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo, scatta l’ira funesta di AreaDem di Francesco De Angelis e Mauro Buschini e Parte da Noi di Nazzareno Pilozzi e Danilo Grossi. La commissione ha votato a maggioranza: 5 sì, 1 no e 2 membri (di AreaDem) usciti al momento del voto.
Nei giorni scorsi cinque esponenti di AreaDem di Francesco De Angelis e Parte da Noi di Nazzareno Pilozzi si erano rivolti alla commissione di garanzia nazionale perché a loro giudizio Tanzilli sarebbe incompatibile avendo guidato l’organismo congressuale della federazione di Frosinone.
Poi hanno inviato un ricorso alla presidente della commissione nazionale di garanzia Stefania Gasparini, che è l’organismo chiamato a pronunciarsi su un giudizio di seconda istanza. Se riterrà valido il tesseramento anche ai fini congressuali, allora si procederà. Altrimenti l’iter dovrà riprendere dall’inizio. Un rebus assoluto sulle date, che però evidenzia una frattura insanabile all’interno del Pd provinciale. Fortissima la reazione del Coordinamento per Achille Migliorelli segretario: “Gli oltre cinquemila iscritti alla Federazione di Frosinone sono ufficialmente e regolarmente iscritti ma non possono votare, ritenendo attendibili i ricorsi di una sola parte. Una decisione assurda ed incomprensibile”.
La replica di Più di Prima di Luca Fantini non si è fatta attendere: “Riteniamo irricevibili il tono e i contenuti di quanto scritto dalla mozione a sostegno di Migliorelli sui fatti inerenti il congresso di Frosinone. Loro stessi hanno bloccato il congresso, commettendo un atto improprio e unilaterale che ha sovvertito le regole della nostra comunità”. Ennesimo scontro frontale.
Ma anche un autentico labirinto zeppo di burocrazia e di scontro politico senza neppure valutare astrattamente l’idea di una mediazione. Il segretario regionale Daniele Leodori finora non ha preso in considerazione l’idea di indicare un commissario, perlomeno ad acta (affinché faccia celebrare il congresso). Ogni giorno, però, si scava un fossato più profondo tra le varie “correnti”.

IL GENERALE DILAGA NEL CARROCCIO CHE ALLA REGIONE GRIDA “AL LUPO.. AL LUPO” SALVO POI ADEGUARSI

L’altro ieri c’è stato il doppio appuntamento in Ciociaria del generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega: Frosinone e Isola del Liri le tappe. Ad organizzare l’evento l’associazione Noi con Vannacci, con Umberto Fusco e Antonio Scaccia in prima linea. Nessuna traccia della Lega, come ampiamente previsto. D’altronde il generale è stato sì eletto nel Carroccio, ma il suo vero obiettivo è occupare lo spazio a destra del… centrodestra di governo. Al di là delle dichiarazioni “rassicuranti” di maniera. Vannacci, sin dalla stesura del libro “Il mondo al contrario” ha visto uno spazio enorme alla destra del centrodestra. E vuole occuparlo prima degli altri. Anzi, lo ha già occupato. Vannacci  ha parlato del tema della sovranità, cioè del diritto dei Paesi e dei cittadini di scegliere in prima persona. Senza delegare ma neppure senza lasciarsi imporre regole cervellotiche e negative. Roberto Vannacci si è quindi soffermato sulla sicurezza, sull’identità, sull’orgoglio delle proprie radici. Inoltre ha demolito “l’ambientalismo dogmatico che vuole affossare il progresso e l’economia”. Definendosi orgogliosamente un patriota. In tantissimi ad ascoltarlo: giovani e meno giovani, famiglie. Roberto Vannacci ha le idee chiare e una caratteristica precisa: si diverte di più ad andare controcorrente.
Messe da parte le considerazioni ideologiche sulla questione Vannacci presto prenderanno il sopravvento quelle più “materiali”. Difronte all’indiscutibile successo del generale, perlomeno all’interno del perimetro leghista, l’interrogativo che tutti si pongono riguarda gli spazi e le caselle che il “movimento” andrà ad occupare… dal Parlamento alla Regione. Ecco perché la mossa di Antonio Scaccia potrebbe in prospettiva cambiare tanti equilibri nell’ arrugginito sistema leghista della nostra provincia. Che negli ultimi anni ha collezionato soltanto sonore sconfitte determinate spesso da strategie discutibili e strategie inspiegabili.
D’altronde se poi, come nella giornata di ieri. quando si è chiamati a fare “Politica” gli ultimi eredi del salvinismo che nel pomeriggio avevano minacciato sfracelli e uscita dalla giunta Rocca poi si rimangiano tutto viste le facce, il tremolio e la paura di rimanere senza poltrona degli assessori Baldassarre e Ciacciarelli si capisce che oltre a una crisi di consensi esiste anche un problema di incapacità di imporre una linea interna ed esterna. Il che, per rimanere vivi, è il minimo indispensabile.

LO CHIAMANO CAPOLUOGO

Al Comune di Frosinone sembrava imminente perlomeno una riunione della coalizione che appoggia Riccardo Mastrangeli, composta da sedici persone, compreso il sindaco. Invece appare destinata a slittare. Probabilmente dopo la seduta-maratona del 12 febbraio. Per capire umori e clima e poi prepararsi all’appuntamento sul bilancio di previsione. In mancanza di colpi di scena pirotecnici e di clamorosi accordi, però, le opposizioni e i “dissidenti” non potranno mai dire sì al documento contabile.  Voteranno no, al massimo si asterranno. Inoltre difficilmente risponderanno “presente” in prima convocazione. Si tratta della prassi di base della politica. Eppure Riccardo Mastrangeli dà l’impressione di non voler andare tanto per il sottile: l’importante è che la delibera venga approvata. Perfino in “seconda”.
Sia il centrodestra che il centrosinistra lamentano una scarsa attenzione dei livelli provinciali dei rispettivi partiti nei confronti della classe dirigente di Frosinone. Per esempio quando si tratta di scegliere le candidature eleggibili alle regionali e alle provinciali.
Magari però sarebbe arrivato il momento di riflettere su quello che sta succedendo da più di due anni e mezzo al Comune. Dove c’è una maggioranza che ha perso per strada otto consiglieri comunali e che vede il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri in posizione fortemente critica nei confronti dell’Amministrazione. Senza che qualcuno si preoccupi perlomeno di provare a risolvere la situazione. Non va meglio per le opposizioni di centrosinistra: la situazione del Pd è emblematica, ma non è la sola. Mentre in altre città di questo territorio i partiti dimostrano di essere “vivi”  e con gli “occhi della tigre”. A Frosinone ci si nasconde sempre e soltanto dietro impostazioni di carattere programmatico. Pur di non ammettere che manca un respiro politico che qualunque altro capoluogo ha. E’ questo il motivo del mancato “peso” sui tavoli che contano davvero.

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