Fuochi d’artificio in via Aldo Moro. Comincia l’era Mastrangeli

È la notte di Riccardo Mastrangeli. Manca poco alla mezzanotte quando nel suo comitato parte l’applauso liberatorio. La proiezione di Politica7 conferma tutto: a succedere a Nicola Ottaviani sarà l’ex deputato azzurro, il farmacista della Stazione, l’assessore al bilancio dell’amministrazione uscente.
Nessuno potrà ribaltarlo. Nonostante questo la festa non parte. Si aspetta ancora.
Partono i fuochi d’artificio. Nel comitato Mastrangeli ancora non arriva.
Ci sono tutti. Gli artefici di questa “reconquista”. Di una vittoria apparsa sfumata quindici giorni fa a un centimetro dal traguardo. Di una vittoria sembrata sfumata ma mai in discussione.
Chi sa di politica capisce quanti sono dieci punti di vantaggio. E sa bene che non si recuperano senza accordi. Senza una parte di città che decide di andare in una parte diversa da quella dalla quale era partita.
Mastrangeli questo lo ha capito subito. Come ha capito, da solo e prima di tutti, solo grazie al ragionamento di Massiliano Tagliaferri che il nuovo corso non avrebbe potuto costruirlo senza Ruspandini. E senza un accordo serio e blindato con il primo partito del centrodestra. E senza un accordo con Fabio Tagliaferri, il leader cittadino del partito di Giorgia Meloni.
Mastrangeli ha capito che doveva ingranare una marcia diversa per il governo futuro della città. Ha capito tutto questo, l’ha metabolizzato, ha caparbiamente portato avanti una campagna elettorale nel segno della coerenza, della disponibilità, del profilo basso e dell’inclusione.
Ha saputo capire l’importanza di aprire una porta a Mauro Vicano e ad Alessandra Sardellitti. Di accoglierli in una coalizione ampia per metterlo a costruire quello che sarà il suo “nuovo corso”. Ha capito che non bisognava esasperare gli animi e ha tenuto i toni bassi anche quando gli attacchi sono stati volgari, ingiusti e ingenerosi.
Ha capito tutto questo e ha vinto. Senza se e senza ma. Mantenendo il distacco dall’avversario. Non facendolo mai entrare in partita.
Cinque minuti fa l’arrivo al comitato di via Aldo Moro. Tra abbracci, cori, spumante e fuochi d’artificio.
Che la festa abbia inizio.
L’era di Riccardo, sindaco di Frosinone, è appena cominciata.