Galleria di Atina, Borza: “Cittadini stremati, la Class Action va avanti: il danno è già stato fatto. E la data del 12 gennaio va rispettata”

La pazienza del territorio è ormai esaurita. Mentre ci si avvicina alla data del 12 gennaio 2026, indicata da Anas come termine per la riapertura (seppur parziale) della Galleria di Atina (Capo di China), il clima tra gli automobilisti della Valcomino, del Sorano e del Cassinate è di profondo scetticismo e stanchezza.

Il consigliere comunale di Casalvieri, Mario Borza, che sin dall’inizio della chiusura nel marzo scorso segue da vicino l’evolversi della situazione, torna a farsi interprete della rabbia dei cittadini.

“Siamo ormai a poche settimane dalla data fissata dopo l’ultimo rinvio di novembre – dichiara Borza – nonostante l’auspicio di tutti sia quello di rivedere finalmente la luce in fondo a quel tunnel, non possiamo nascondere la preoccupazione. Le recenti giustificazioni di Anas su problemi geomorfologici inaspettati e l’annuncio di una riapertura a singhiozzo, probabilmente a senso unico alternato, suonano come l’ennesima beffa per un territorio che da quasi un anno è isolato e costretto a percorsi alternativi tortuosi, lunghi e pericolosi.”

Borza ricorda come la mobilitazione non si sia mai fermata: “In questi mesi abbiamo messo in campo ogni energia: dalla mobilitazione popolare alle pressanti sollecitazioni a Provincia e Regione. Ogni azione intrapresa ha avuto un unico obiettivo: non far calare il silenzio su un cantiere che sembrava dimenticato, portando la voce della nostra gente sui tavoli che contano.”

Il consigliere si sofferma poi sulla questione legale, che resta prioritaria: “La Class Action che abbiamo promosso non è legata soltanto alla data di riapertura. È una battaglia di principio e di giustizia: il danno economico e sociale ai cittadini e alle imprese è già stato arrecato. Mesi di ritardi, chilometri extra, prezioso tempo perso e usura dei mezzi devono essere risarciti. Anas deve assumersi la responsabilità delle proprie inadempienze, indipendentemente da quello che accadrà il 12 gennaio.”

Per mantenere alta la pressione sui vertici della società stradale e garantire la massima trasparenza da qui alla scadenza di gennaio, Borza lancia una nuova proposta:

“Non resteremo a guardare il calendario sperando nella buona sorte. Chiedo formalmente l’istituzione di un Osservatorio Civico sul Cantiere, un tavolo di monitoraggio per  verificare l’avanzamento dei lavori e la reale fattibilità della riapertura, per evitare che il 12 gennaio si trasformi nell’ennesimo capitolo di una saga fatta di rinvii e promesse mancate. La Valcomino, il Sorano e il Cassinate non possono più aspettare.
E intanto – conclude Borza – ritengo anche che servano più controlli sul transito dei mezzi pesanti nelle stradine alternative alla superstrada Sora-Cassino”.