Roma chiama, il Parlamento risponde: avanti sulla riforma per conferire alla Capitale funzioni e fondi adeguati al suo ruolo, chiede all’unanimità l’Assemblea Capitolina riunita in seduta straordinaria. E nel frattempo il Senato approva un ordine del giorno – prima firma il FdI Andrea De Priamo – perché siano adottati “interventi normativi per il riconoscimento della centralità di Roma Capitale con il conferimento di poteri e risorse speciali”. È da lì che bisogna ripartire secondo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: “Un testo equilibrato, approvato all’ unanimità – ricorda – L’auspicio è che questo tema non sia oggetto di divisione tra gli schieramenti ma unisca tutti”. L’idea del sindaco è non limitarsi alla mera richiesta di fondi, sebbene secondo i suoi calcoli nei trasferimenti dovuti alla città, considerato il suo complesso ruolo, ci sia “un gap minimo tra i 500 milioni e il miliardo annuo” per cui serve una sorta di “‘contratto di servizio’ tra la città e lo Stato”.
NUOVI POTERI
Il piano è piuttosto di legarlo a un processo complessivo di riassegnazione di poteri e competenze. Come? Per Gualtieri “la via maestra è la riforma costituzionale”, ma nelle more si può agire per legge ordinaria – deleghe e dpcm – per attribuire al Campidoglio, in sintonia con ministeri e Regione Lazio, deleghe e poteri amministrativi. Dalla cultura al patrimonio, dai lavori pubblici al turismo, ai servizi alla persona, ai trasporti, ai porti e aeroporti, fino allo sport per arrivare magari a “un vero e proprio Testo Unico su Roma Capitale che raccolga il quadro normativo spesso diffuso e disseminato”. Senza però, mette in guardia, “logiche di scambio o patti della pajata” su altre riforme istituzionali come il premierato e l’autonomia, su cui si ribadisce fermamente contrario. “Su questi due argomenti – aggiunge però – dividiamoci pure democraticamente in Parlamento. Ma su Roma Capitale stiamo uniti perché un Paese forte ha bisogno di una Capitale autorevole”. In Aula Giulio Cesare siedono, oltre ai consiglieri capitolini, parlamentari di maggioranza e opposizione, come il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di FdI. Il suo collega di partito Massimo Milani parla di piena volontà “della maggioranza a concludere entro la legislatura il percorso”, ma c’è anche Roberto Morassut del Pd ad auspicare “un salto di qualità”. Per Francesco Silvestri di M5s serve un doppio binario: attivare “un percorso veloce, un accordo trasversale sulle funzioni” e non incaponirsi sui “perimetri amministrativi, che sono il veleno dove si consumano le attese” (e l’ex sindaca Virginia Raggi in Aula cita non a caso il film ‘Il giorno della marmotta’, in cui gli eventi si ripetono in loop sempre uguali). Anche Angelo Bonelli di Avs s’è detto disponibile ad “avviare un confronto con una mozione parlamentare” mentre Paolo Ciani di Demos ha sottolineato che una premier romana, Giorgia Meloni, “dovrebbe essere uno stimolo ulteriore”. Chi non era presente in Aula fa comunque sentire la sua voce: “Ogni iniziativa che rilanci il tema di Roma Capitale, con adeguati poteri anche a livello costituzionale, è vista favorevolmente da Forza Italia – dicono i capigruppo al Senato e alla Camera (entrambi romani) Maurizio Gasparri e Paolo Barelli – siamo particolarmente impegnati affinché, in questa legislatura, si intervenga anche a livello costituzionale”.