Gasolio a prezzi vertiginosi, pesce fresco che scarseggia tanto da farlo eliminare dai menù di molti ristoranti. Non solo. Quello che spaventa è l’accaparramento di farina, zucchero e olio di semi. Prodotti di prima necessità che vengono venduti in alcuni supermercati e discount italiani in modo centellinato: non più di quattro pezzi a cliente.
Sono questi i primi effetti della guerra in Ucraina che ha fatto schizzare alle stelle il carburante e comincia a fare misurare i primi riverberi, come detto, dagli scaffali semi vuoti nei supermercati. Sono gli effetti collaterali di un conflitto che pur essendo per il momento circoscritto all’Ucraina, ha ripercussioni dirette sulla disponibilità di materie prime e sul livello dei prezzi in aumento nel nostro Paese.
Gli aumenti di pane e pasta sono dovuti anche al blocco dell’export di cereali dall’Ucraina e dall’Ungheria.
E non finisce qui. La Coldiretti ha lanciato un allarme: c’è il pericolo concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame, per la mancanza di mais e soia.
Cosa può succedere? Lo abbiamo chiesto presidente Coldiretti Lazio, David Granieri
“E’ in atto una speculazione, questo ormai è un dato di fatto. I magazzini europei – ha spiegato il presidente Coldiretti Lazio, David Granieri – hanno capienza ma da una parte, come detto c’è la speculazione e dall’altra la paura e quindi l’irrigidimento della fornitura delle materie prime. La speranza che si possa risolvere, ma non è né scontato e né facile. Se ci sarà un decrescimento delle mandrie aumenteranno anche latte e carne. Un problema che non potrà certamente essere risolto nel breve termine”.
La soluzione?
“L’unica soluzione – ha concluso Granieri – è quella di lavorare per ricostruire una sovranità alimentare, zootecnica e energetica“.
Una situazione drammatica. Pane e pasta diventeranno alimenti per soli ricchi?