I lampi (nel buio) e l’indifferenza abulica

In Ciociaria in pochi giorni si sono registrate due novità importanti: l’operazione di rilancio dell’Acqua di Fiuggi da parte di Leonardo Maria Del Vecchio e i 100 milioni per le imprese stanziati dalla presidenza del consiglio. I trionfalismi non se li aspettava nessuno ma per una volta sulle due operazioni c’è il timbro della politica. In particolare quello di FdI. Non riconoscerlo è un errore.

 

 

Prima la presentazione del progetto di rilancio dell’Acqua di Fiuggi, poi i 100 milioni di euro destinati alle imprese del Lazio per operazioni di riammodernamento, sviluppo e rilancio. Eppure non è che in provincia di Frosinone si siano registrate prese di posizione improntate all’entusiasmo e all’ottimismo.
Con un proprio decreto la presidenza del consiglio dei ministri, cioè Giorgia Meloni, ha stanziato 100 milioni di euro per il Consorzio industriale del Lazio. Serviranno alle aziende. Ora, alcuni punti fermi sono chiarissimi. Intanto la centralità del Consorzio nelle politiche industriali della regione. Significa che il commissario Raffaele Trequattrini ha già centrato (da tempo per la verità) la “mission”: l’ente è autorevole, riconosciuto, strategico. Funziona alla perfezione anche l’azione continua della vicepresidente e assessore allo sviluppo della Regione Roberta Angelilli. Così come è impossibile non dare atto degli input politici arrivati da Fratelli d’Italia, partito di maggioranza nel Paese, nel Lazio e in Ciociaria. Il parlamentare e coordinatore regionale Paolo Trancassini non ha sbagliato una mossa, né sul piano della tattica né su quello della strategia. I deputati della provincia di Frosinone hanno raggiunto un risultato che non si vedeva da anni. Massimo Ruspandini ha attivato un filo diretto con il ministro Tommaso Foti. In silenzio e con grande tatto istituzionale. Facendo squadra con i colleghi Paolo Pulciani e Aldo Mattia.
Secondo qualcuno 100 milioni non fanno la differenza. Non è così. Intanto perché non erano mai stati stanziati prima. In secondo luogo possono fungere da “moltiplicatore”. Infine, quando ci sarà l’attivazione della Zls (Zona Logistica Semplificata), potrebbero aprirsi ulteriori prospettive. Ma il risultato raggiunto è indubbio.
Torniamo sull’operazione Acqua di Fiuggi. Brevissima sintesi. “Piano strategico e industriale 2025-2028”: 40 milioni di investimenti, di cui 15 già realizzati in soli 8 mesi per il totale rinnovamento dello stabilimento.Il 95% di Acqua di Fiuggi è detenuto da Lmdv Capital, family office di Leonardo Maria Del Vecchio. Il restante 5% è del Comune. Con le nuove linee produttive Acqua e Terme di Fiuggi intende triplicare i volumi di produzione, dagli attuali 22 milioni di litri a circa 70 milioni entro il 2028.
Leonardo Maria Del Vecchio ha detto che quella di Fiuggi è la Cappella Sistina delle acque minerali. Un paragone sicuramente ad effetto, che però racconta molto.
Nel 1508 Papa Giulio II commissionò a Michelangelo la decorazione della Cappella Sistina, ottenendo un risultato con una creazione monumentale che ha rivoluzionato gli stampi e gli schemi dell’intera arte rinascimentale. Nei volumi specializzati si legge che “la Cappella Sistina è il luogo in cui il Collegio dei Cardinali si riunisce per eleggere il nuovo Pontefice, sottolineandone il ruolo centrale nel potere della Chiesa”. Ma anche che “le decorazioni della Cappella narrano eventi biblici fondamentali, dalle Storie della Genesi sulla volta (come la Creazione di Adamo) alle Storie di Mosè sulla parete sinistra e le Storie di Cristo sulla parete destra, fino al Giudizio Universale sull’altare”.
Parole ad effetto quelle di Del Vecchio, che però vanno interpretate nel contesto specifico.
Leonardo Maria Del Vecchio è l’erede di una delle famiglie imprenditoriali più importanti d’Italia. Potrebbe, letteralmente, vivere di rendita. Non lo fa, si mette alla prova, guarda alle sfide della produzione, non ai ricavi della finanza. Ma soprattutto quella di Fiuggi è l’unica vera operazione di rilancio in provincia di Frosinone da tanti anni a questa parte. In un territorio che ha fatto del turismo termale la sua “ricchezza” negli anni passati. Prima di conoscere un declino che sembrava inarrestabile. Adesso c’è una prospettiva concreta, che può rimettere in moto gli alberghi, i ristoranti, le Terme, i centri di benessere, tutto.
Il richiamo alla Cappella Sistina dà il senso di una sfida imprenditoriale e culturale, che ha come obiettivo finale quello di lasciare il segno. Ci sono tutte le premesse, anche grazie al lavoro effettuato dall’Amministrazione comunale guidata da un sindaco come Alioska Baccarini. Il Comune ha fatto la sua parte, arrivando a cogliere un risultato inimmaginabile. Baccarini ha saputo cogliere l’occasione ma anche determinare le condizioni affinché tutto questo si potesse svolgere.
Insomma, nel deserto dei tartari di una Ciociaria abbandonata al proprio destino, si registrano due operazioni concrete che danno una prospettiva di sviluppo.
Eppure, nonostante tutto questo, silenzio assordante. Da parte soprattutto della classe industriale, che è rimasta indifferente o addirittura assente in qualche caso. Non sono arrivati segnali degni di questo nome neppure dalle associazioni di categoria. Allo stesso modo perfino la classe politica ha quasi fatto spallucce. Quando invece era giusto unire le forze e mettere da parte i confini di maggioranza e opposizione, ma pure quelli di… avversari interni.
Questa provincia sta subendo da troppo tempo un declino industriale senza precedenti, con la crisi del’ automotive che rappresenta un macigno. Poi, nel momento in cui ci sono due “lampi nel buio” tutti si affrettano a rimanere ai loro posti. Senza neppure provare ad accendere la luce.