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I legami fra la coop della suocera di Soumahoro e l’amministrazione Coletta

Marco Battistini
Il giro d’affari di Karibù ‘segnalato’ da Casapound Latina.
Novembre 19, 2022
Aboubakar Soumahoro

Mancati pagamenti e irregolarità contrattuali. In queste due direzioni si orienterebbero gli accertamenti della procura di Latina che ha raccolto le denunce di alcuni lavoratori della coop Karibu e Consorzio Aid. Le strutture sono gestite dalla suocera e dalla moglie del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro. Le indagini sono state affidate ai carabinieri, che hanno acquisito anche una serie di documenti trovati all’esterno di una delle coop nel corso di un trasloco. Materiale che sarà ora analizzato dagli uomini dell’Arma che sono al lavoro insieme all’Ispettorato del lavoro a cui i lavoratori si sono rivolti.

IL LEGAME CON COLETTA, GLI INTRECCI SVELATI DA CASAPOUND

Non è la prima volta che le cooperative che gestiscono centri di accoglienza per immigrati si trovano coinvolte in inchieste e indagini. Ma stavolta le accuse sono pesanti, e rivolte da minorenni i quali, invece, dovrebbero poter studiare a spese nostre sino al 18° anno di età. Tra l’altro la Karibu, guidata da Marie Terese Mukamitsindo, presidente del Consiglio di amministrazione, e che ha come consigliera Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro, l’anno scorso ha anche ricevuto contributi a fondo perduto Covid per 227 mila euro. Marie Terese Mukamitsindo è anche nel cda del consorzio Aid,  Agenzia per l’inclusione e i diritti, e che nel 2020 ha ottenuto l’affidamento di vari servizi per stranieri dalla Prefettura di Latina, dal Comune di Latina e da quello di Termoli.

Dunque anche l’amministrazione Coletta ha contribuito attivamente ad assegnare i servizi alla cooperativa in questione. L’amministrazione Coletta ha portato avanti negli ultimi anni il progetto “Umuganda”, promosso dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Latina, per il decoro urbano.

I legami erano noti da tempo, tanto che Marco Savastano, leader di Casapound di Latina, che aveva studiato nel dettaglio il ‘fenomeno’ della cooperativa impegnata nell’accoglienza dei rifugiati. Quasi 150 dipendenti, attuatrice di progetti Sprar a Sezze, Terracina, Roccagorga, Monte San Biagio e Priverno oltre a una quarantina di strutture, tra Centri di Accoglienza Straordinari e centri per i minori, sparse per tutta la Provincia.

“Ricordiamo che negli ultimi anni la cooperativa Karibù aveva visto crescere vertiginosamente il giro d’affari, arrivando ad accumulare al dicembre 2017 ben 11 milioni di euro di ricavi e ricordiamo lo strano coinvolgimento nell’affitto della villa abusiva di via Nascosa -aveva sottolineato Savastano– segnalammo in tempi non sospetti l’ostentazione di ricchezza della signora Mukamitsindo, segno inequivocabile degli enormi introiti del mondo delle cooperative. Crediamo che politicamente ne dovrebbero rispondere assessore e la stessa giunta Coletta, vista la contiguità avuta in passato con Karibù”.

A scanso d’equivoci, va detto che la cooperativa Karibu è stata, come altre realtà analoghe, ente gestore dello Sprar del Comune di Latina anche relativamente al  triennio 2014-2016 (cioè pure prima dell’arrivo di Coletta a piazza del Popolo) garantendo un servizio di assistenza legale agli ospiti per un corrispettivo massimo di 12.600 euro annui. 

FRATELLI D’ITALIA ALL’ATTACCO

Il gruppo Fratelli d’Italia della Camera dei Deputati depositerà nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone per sollecitare eventuali provvedimenti nei confronti delle due cooperative Karibu e Consorzio Aid, oggetto di inchiesta da parte della Procura di Latina, legate alla suocera e alla moglie del parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro. I fatti riportati dagli organi di stampa, se confermati, sono gravi e meritano un’immediata azione di trasparenza.

Una mossa concreta quella di FdI che ha preferito par parlare i fatti (e compiere gli atti). Promette battaglia anche la Lega con il capogruppo uscente in Regione, Angelo Tripodi. ‘Dagli stipendi in ritardo di due anni al lavoro in nero fino alle denunce, grazie al sindacato Uiltucs, sulle fatture false per ottenere la paga e sulle condizioni disumane nei centri per minorenni senza luce, acqua e cibo a Latina e provincia -ha affermato Tripodi– Ruota attorno alla cooperativa Karibù, sbandierata da anni dagli amministratori del Pd e dall’ex sindaco di Latina Damiano Coletta come modello dell’accoglienza in Italia. Una cooperativa, difesa prontamente anche sui casi di colluttazione tra i migranti, guidata dalla suocera e dalla moglie di un simbolo dalla sinistra per il contrasto al caporalato: il deputato Aboubakar Soumahoro, che tace incredibilmente sia sulla coop ricca di debiti sia sulle disperate richieste d’aiuto dei migranti e dei lavoratori, stranieri e italiani, in linea con il segretario del Pd, Enrico Letta, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha elargito fondi regionali al sistema dell’accoglienza”. Sotto accusa il  sistema dell’accoglienza, che a Latina ha avuto basi solide e che ora rischia di venire giù. 

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