Il voto di conferma di Ursula von der Leyen per il bis alla presidenza della Commissione Europea andato in scena ieri al Parlamento Europeo ha un impatto anche sull’Italia, più precisamente sulla premier Giorgia Meloni e sui 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia. Perché, seppur irrilevante ai fini dell’elezione della presidente uscente per succedere a se stessa, la dichiarazione di voto contrario arrivata solo dopo l’annuncio del risultato da parte della numero uno dell’Eurocamera, Roberta Metsola, ha messo sotto pressione gli esponenti europei del partito al governo e relegato la prima ministra italiana in una posizione negoziale ancora più difficile in vista della distribuzione degli incarichi nel Collegio dei commissari che da domani inizierà pian piano a formarsi.
PROCACCINI TIENE IL PUNTO
FdI dunque non ha fatto ingresso nella maggioranza sempre più ‘arcobaleno’ del governo europeo. Nicola Procaccini non ha avuto esitazione nel collocare i Conservatori fuori da una coalizione lontana dalle idee della Meloni. “Il tentativo di portare a bordo i Verdi ha sbilanciato ulteriormente la narrazione di von der Leyen, proprio i Verdi che sono stati i principali sconfitti di queste elezioni”, ha commentato il co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), sugli scudi nel tentare di spiegare le ragioni del ‘no’ della delegazione italiana alla rielezione del presidente della Commissione uscente: “Il fatto che si sia messa nelle mani dei più grandi sconfitti delle europee racconta che qualcosa non ha funzionato, per questo non abbiamo votato a favore”. Parole confermate dal capo-delegazione di FdI, Carlo Fidanza (“La ricerca di un consenso a sinistra arrivato fino ai Verdi ci ha reso impossibile sostenerla”), che però cerca di gettare acqua sul fuoco sulla possibile perdita di peso del governo italiano nella Commissione von der Leyen-bis: “Questo non pregiudica il rapporto di collaborazione istituzionale, che potrà portare alla definizione di un ruolo adeguato che l’Italia merita per peso, storia, forza economica e tradizione culturale”.
FI VA CON IL CENTROSINISTRA
Ma è incontestabile che il caos emerso alla vigilia del voto, con la partita a poker poi persa a favore dei 53 membri Verdi, ha portato alla scelta di Meloni di rimanere almeno per il momento sull’unico campo in cui può stare. Il voto di ieri d’altronde fa seguito alla decisione in Consiglio Europeo sull’astensione proprio nei confronti di Von der Leyen (e il voto contrario a Kaja Kallas e António Costa). Ad appoggiare il secondo mandato di von der Leyen anche gli eurodeputati di Forza Italia (membri del Partito Popolare Europeo di von der Leyen). “I prossimi cinque anni saranno decisivi e le scelte che faremo, saranno determinanti per il futuro dell’Unione Europea”, ha commentato il risultato del voto l’eurodeputato forzista Salvatore De Meo, plaudendo le linee guida programmatiche presentate da von der Leyen. Dunque Procaccini e De Meo si confermano tra i protagonisti assoluti della giornata che ha sancito comunque una divisione netta tra il centro-sinistra europeo e le destre continentali. In questo quadro, FI sembra ormai relegata a giocare nello schieramento opposto a quello del governo italiano. Una scelta destinata ad aprire un fronte critico. Sul piano nazionale, ma anche su quello regionale e provinciale.