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Il calcio dilettantistico del Lazio si ferma: sciopero degli arbitri per dir basta alla violenza

Roberto Mercaldo
Dicembre 4, 2024

Tanto tuonò che piovve. C’è sempre una goccia che fa traboccare il vaso: nello scoppio dei conflitti, nelle lacerazioni, nelle proteste e in ogni rivoluzione socio culturale.
Stavolta il vaso colmo è quello della violenza, quella violenza che subiscono troppo spesso gli arbitri, nelle categorie che non hanno telecamere, riflettori, risonanza mediatica, visibilità e business. L’involontario protagonista si chiama Edoardo Cavalieri, è di Civitavecchia, ha trent’anni, ed esercita l’attività di fisioterapista. Arbitro per passione, ha subito una vile aggressione durante la partita di Terza Categoria Laziale, girone A, Corchiano-Celere. Le conseguenze fisiche hanno portato ad una prognosi di 30 giorni, per l’infrazione del capitello radiale al gomito sinistro. E considerata la sua professione il danno è persino beffardo. Quelle morali non sono quantificabili, perché davvero non si riesce a comprendere come possano scattare certi istinti ancestrali e beluini in occasione di partite di calcio che hanno nell’aspetto ludico quello prioritario. La violenza sui campi dove giocano formazioni dilettantistiche continua ad essere una costante, e se di regola si limita a intemperanze verbali, offese e minacce cui non viene dato seguito, talvolta tocca vertici inusitati. Stupì e sconvolse l’opinione pubblica il caso Bernardini, arbitro che addirittura finì in coma dopo l’aggressione del novembre 2018, al termine della gara Olympia-Atletico Torrenova, valevole per il campionato di Promozione laziale. Un anno più tardi toccò a Daniele Pozzi, selvaggiamente picchiato al termine di una partita valevole per il campionato di Seconda Categoria. Ora il calcio laziale dice basta. Tutti i presidenti delle associazioni arbitrali di categoria hanno firmato un documento congiunto attraverso il quale «convengono di astenersi dal designare arbitri e assistenti arbitrali per le gare di qualunque categoria in programma nel prossimo fine settimana (6, 7 e 8 dicembre 2024)»>, decisione «forte e non rinviabile». 
Si è tentato di trasformare la protesta in un rinvio di 15′ rispetto al fischio iniziale, ma stavolta la resistenza è stata forte e non trattabile. Tutti uniti i rappresentanti della categoria contro questo malvezzo, che sfocia in episodi inqualificabili. E allora il Lazio dice basta ed adotta una forma di protesta drastica, che probabilmente non resterà isolata. E’ infatti possibile che anche altri Comitati Regionali della FIGC seguano l’esempio del Lazio, per gridare forte contro un fenomeno deprecabile

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