Il Frosinone semina e non raccoglie: ora servono grinta e un pizzico di cinismo

I copioni tendono ad assomigliarsi. E purtroppo non hanno un lieto fine. Contro il Lecce tante occasioni gettate alle ortiche e una possibile vittoria trasformata in pareggio; contro il Sassuolo un rigore fallito al 90′ e un possibile pareggio diventato sconfitta. Al Frosinone, solo nelle ultime due gare, mancano tre punti, con l’ulteriore svantaggio dei due punti in più in favore del Sassuolo e del punto conquistato dal Lecce. Sono punti pesanti, pesantissimi, visto che ora la classifica non consente più di tergiversare. Si deve riprendere una marcia sostenuta, perché l’avanti adagio, buono fino a due mesi fa, ora non è più sufficiente a tagliare il traguardo della salvezza.
Cosa accade al Frosinone? Perché la squadra che aveva sbalordito tutti nel girone di andata fa così fatica a far risultato in quello di ritorno? La brillantezza fisica, certamente. Quel pressing asfissiante, quel riconquistar palloni quasi sistematico, quale che fosse l’avversario, ora non c’è più. Le prestazioni, specie allo Stirpe, restano complessivamente buone, ma l’ardore agonistico, quella capacità di catturare le seconde palle e di ribaltare il fronte con “gamba”, coraggio e persino un pizzico di spregiudicatezza non sono quelli di un tempo.
Lontano da casa in verità non si è mai trovata la quadratura del cerchio, e a dimostrarlo c’è lo zero nella casellina dei successi esterni. La squadra purtroppo paga, con puntualità degna di miglior causa, dei momenti di amnesia. Si sono individuati colpevoli d’occasione, ma la sensazione è che al di là dei singoli sia tutta la fase difensiva ad essere un po’ fragile quando gli avversari pigiano in modo deciso sull’acceleratore. Nell’ultima gara, ad onor del vero, la produzione offensiva del Sassuolo è stata quasi inesistente, eppure è bastata a tirar fuori il “golletto” da tre punti. A due terzi del campionato, non aver ancora centrato un colpo in trasferta risulta non poco penalizzante anche dal punto di vista della convinzione. Si va in campo con il fardello di quel che è già accaduto, con ombre che si materializzano alla prima situazione di disagio. La squadra è giovane, e probabilmente paga un po’ in termini di personalità, specie adesso che la classifica si è fatta decisamente preoccupante. Se guardiamo al gioco, oltre alla Salernitana le squadre più in difficoltà appaiono il Sassuolo ed il Lecce. Gli emiliani però hanno una cifra tecnica complessiva che, anche privata di Berardi, potrebbe garantir loro uno scatto in avanti proprio nello sprint salvezza. Di contro però sono i meno preparati ad una situazione simile, perché ben altri erano i progetti di inizio stagione.
Il Lecce ha esonerato D’Aversa dopo la sconfitta casalinga con il Verona ed il burrascoso post-gara. I salentini, un po’ come il Frosinone, sono passati da squadra rivelazione a seri candidati alla retrocessione. La squadra leccese anche allo Stirpe aveva evidenziato difficoltà nello sviluppo della manovra, ma contro il Verona, salvo un paio di spunti di Banda, il gioco ha lasciato ancor più a desiderare. Considerato che lo svantaggio è arrivato presto, anche le capacità di reazione dei giallorossi di Puglia sono rimaste nel cassetto dei desideri.
Il Verona si è momentaneamente tirato fuori dalle sabbie mobili con due vittorie per 1/0, ma sotto il balcone di Giulietta nessuno può dormire sonni tranquilli, perché la squadra ha grinta, determinazione e voglia di lottare, ma non è diventata d’improvviso una big e i suoi problemi strutturali sono ancora lì, a rappresentare un potenziale pericolo per le gare che verranno.
L’Udinese proverà stasera a prendersi un punticino anche all’Olimpico, dopo aver espugnato lo Stadium. I friulani hanno pagato in stagione la scarsa capacità di centrare i tre punti, con un’infinita teoria di pareggi a complicarne i piani e a disegnare ombre, ma nel complesso sembrano possedere una struttura di squadra capace di veleggiare oltre i flutti del fondoclassifica.
Cagliari ed Empoli completano il plotone di color che son sospesi: i sardi hanno messo a frutto il turno casalingo con la Salernitana e con un poker di marcature (e qualche patema di troppo sul 3-2) hanno compiuto un sostanziale passo avanti. L’Empoli visto a San Siro sembra avere le doti giuste per strappare con i denti la salvezza, ma quelle sono partite in cui si ha poco da perdere. Sarà negli scontri diretti che i toscani dovranno ribadire le loro virtù e volare più in alto di un attacco un po’ asfittico e di un centrocampo che con Baldanzi ha perso l’elemento di maggiore qualità.
Insomma, sarà bagarre fino alla fine, ma qualcuna proverà a tirarsi fuori in anticipo da questa lotta aspra e incerta.