Il Bus Rapid Transit per collegare in dieci minuti l’area della Stazione di Frosinone a De Matthaeis. L’Area Vasta per la gestione, condivisa tra più Comuni, di una serie di servizi, la Stazione dell’Alta Velocità a Frosinone. Sono tutte idee per rilanciare il capoluogo. Ma il minimo comun denominatore è rappresentato dal fatto che nessuno di questi “aspiranti progetti” può essere realizzato in tempi rapidi, brevi o medi. Anzi, è perfino difficile dire se vedranno mai la luce. Analizziamoli.
Il Brt, se tutto va bene, sarà operativo nel 2026. Intanto, comunque, ancora non è stato definito il tracciato, un tracciato che non è più quello originario: dritto per dritto. Un percorso che ha subìto tante di quelle modifiche che pensare di mantenere il limite di dieci minuti è utopia pura. Inoltre famiglie, residenti e commercianti da mesi stanno protestando per una serie infinita di disagi e di danni che sopportano quotidianamente. Nel frattempo, mentre si susseguono gli annunci del prossimo raddoppio dell’ascensore inclinato, nessuno aggiunge che l’impianto di risalita è fermo da quattro anni.
L’Area Vasta o il territorio intercomunale ha obiettivamente dei tempi incompatibili con un rilancio immediato in settori come i trasporti, la viabilità, la gestione dei rifiuti e tutto il resto. Perché la proposta dovrà passare al vaglio delle rispettive giunte e dei consigli comunali. Fra l’altro non è affatto semplice (e neppure scontato) che un ente locale rinunci a “pezzi” della propria amministrazione quotidiana.
La Stazione Tav a Frosinone è una proposta già sentita tante volte. Bisognerà vedere gli atti e i fatti. Nel frattempo però l’unica sede effettivamente ipotizzata è stata negli anni quella a ridosso del casello autostradale di Ferentino. C’è pure l’ambizione del cassinate ad ospitare una simile infrastruttura. Senza entrare nel merito delle possibili ubicazioni, si tratta di produrre risultati sulla base di progetti inseriti in Piani che hanno delle risorse certe. Ci vorranno anni, comunque vada a finire. E tutti noi sappiamo che Frosinone a dama non è arrivata mai. Neppure una volta. Da queste parti i progetti restano… nel mondo dei sogni.
Al Comune di Frosinone il dibattito politico da quasi due anni è “inchiodato” esclusivamente sulla mobilità alternativa futura. Poi ci sono le opere pubbliche: piazza Turriziani completata, i Piloni di via De Gasperi ben avviati. Quindi la riqualificazione della piazza dello Scalo. Tre esempi positivi.
Ma continua a mancare tutto il resto. Nel presente (senza citare per una volta il Brt) il traffico è un problema. Nel presente mancano i parcheggi. E per quanto riguarda il tratto urbano della Monti Lepini, cosa si ha intenzione di fare? Chiuderlo al traffico, come più volte hanno suggerito i consiglieri di maggioranza Teresa Petricca e Giovambattista Martino? Un tema sul quale andrebbe fatta chiarezza. Si era addirittura ipotizzato un percorso alternativo per i mezzi pesanti, che avrebbero dovuto deviare lungo l’Asse Attrezzato. Senza che nessuno si ponesse il problema delle difficoltà e dell’aumento dei costi per le aziende dell’autotrasporto. Mentre lo smog sarebbe semplicemente stato spostato di qualche centinaio di metri.
A Frosinone nessuno si pone il problema di un sostegno vero alle attività commerciali che “eroicamente” resistono nonostante i tracciati del Bus Rapid Transit, il restringimento delle carreggiate, la soppressione dei posti auto e tutto il resto. Inoltre nessuno riflette sul fatto che il capoluogo potrebbe essere maggiormente attrattivo se ci fossero delle serie politiche per il rilancio del centro storico.
Infine, il consiglio comunale: ormai le sedute durano pochissimo, la categoria dell’opposizione è completamente scomparsa, all’interno della maggioranza se la cantano e se la suonano. Gli unici ad alzare ogni tanto la manina sono esponenti eletti nel centrodestra, definiti a volte “malpancisti” e a volte “ribelli”. La politica? Chi l’ha vista?