Per le cooperative che fanno riferimento ai familiari del deputato Soumahoro, che si è autosospeso, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha disposto immediate ispezioni a seguito delle quali è stato disposto lo scioglimento per AID e la messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento per Karibù. Lo ha spiegato il Ministro Urso nel corso del Question time alla Camera. “Relativamente al Consorzio AID, in data 28 novembre scorso è stato effettuato l’accesso presso la sede legale della società. Le circostanze rilevate e la documentazione controllata -ha riferito il Ministro- hanno consentito agli ispettori la redazione del verbale e la immediata notifica dello stesso agli amministratori presenti. Gli ispettori hanno riscontrato irregolarità non sanabili per l’assenza di un reale e autentico scambio mutualistico e per l’assenza di partecipazione dei soci alla vita democratica e alle decisioni dell’ente”. Gli ispettori quindi “hanno proposto lo scioglimento. In questi giorni la proposta sarà valutata con il procedimento e le garanzie previste dalla legge”. Quanto alla cooperativa Karibù, ha spiegato Urso “gli ispettori, al primo tentativo di accesso hanno trovato i locali chiusi. Dopo aver avuto accesso a seguito di diffida, hanno acquisito la documentazione rilevante. Si è conclusa ieri l’istruttoria culminata con la proposta di messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento. Nomineremo presto i commissari liquidatori”. Dal ministro è arrivato un chiaro riferimento alla vicenda che ha interessato la zona di Latina. “Il ministero dell’Interno ha informato che la prefettura di Latina, negli anni dal 2017 al 2019, a seguito di 22 ispezioni, ha applicato circa 491.000 euro di sanzioni alla cooperativa Karibù. E che negli anni 2018-2022, a seguito di 32 ispezioni, sono state comminate sanzioni nei confronti di Aid per un ammontare complessivo di circa 38.000 euro -ha sottolineato il ministro – l’Ispettorato territoriale del lavoro di Latina ha ricevuto 20 richieste di intervento concernenti cooperative in questione e ha attivato la procedura conciliativa monocratica per il riconoscimento degli emolumenti dovuti da corrispondere ai lavoratori”.
CAOS SUL PD LEPINO
Ad ogni modo il caso Soumahoro continua ad essere al centro dell’attenzione locale, spuntano nuovi dettagli inediti relativi alla cooperativa di famiglia, gestita dalla suocera del deputato che è stata iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata e ha ammesso: “Non pagavamo gli stipendi”. Non ci sarebbero solo le proroghe senza gara per la gestione dei centri per migranti e non c’è neppure soltanto il lavoro dato a un esponente dem. Il rapporto tra il Pd pontino e le coop della suocera e della moglie del deputato Aboubakar Soumahoro sembra più profondo. La Karibu, la cooperativa con sede a Sezze e che nell’arco di venti anni ha portato a Maria Therese Mukamitsindo e poi pure a Liliane Murekatete circa 65 milioni di euro.
Dalla documentazione contabile della cooperativa, al centro di una dura vertenza sindacale con lavoratori che reclamano 400mila euro di stipendi arretrati e di un’ampia inchiesta della Procura di Latina, emerge che nel 2004 la suocera di Soumahoro ha affidato la procura speciale per presentare il bilancio a Sergio Di Raimo. Quest’ultimo, oltre ad essere un commercialista, è un esponente del Pd e proprio a Sezze è stato consigliere comunale, assessore e infine sindaco. Nel 2007 al suo posto i documenti contabili della coop sono infatti stati presentati da Domenico Stirpe, assessore al bilancio in tre giunte di centrosinistra nella vicina Priverno. Nessun reato ovviamente risulta essere stato commesso dagli amministratori dem, ma il particolare sembra soltanto confermare una certa vicinanza tra il locale Pd e la suocera di Soumahoro.