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Il mondo celebra i ‘medici di famiglia’, ma sono proprio i ‘dottori’ a non festeggiare. Ieri il Family Doctor Day, insorge lo Snami: “Poche risorse e profonda crisi, così non può andare avanti”

Cesidio Vano
Contro l’iniziativa si è schierato però il Sindacato autonomo dei medici italiani (Snami) che, con l’occasione, ha stigmatizzato la scarsa attenzione verso quella che dovrebbe essere la sanità pubblica universalistica
Maggio 20, 2022

Non c’è nulla da festeggiare. Insorgono i medici di famiglia che denunciano una medicina territoriale sistemata in ultima fila senza adeguate risorse, la profonda crisi e le immense difficoltà della sanità italiana.

Ieri si è celebrato, in tutto il mondo, il Family Doctor Day che Wonca, promosso dall’organizzazione mondiale dei medici di famiglia e patrocinato, in Italia, da Ministero della Salute. Contro l’iniziativa si è schierato però il Sindacato autonomo dei medici italiani (Snami) che, con l’occasione, ha stigmatizzato la scarsa attenzione verso quella che dovrebbe essere la sanità pubblica universalistica.

I circa 45mila medici di famiglia e i 7.500 pediatri di base forniscono annualmente oltre 300 milioni di visite mediche in studio e 43 milioni di visite domiciliari; più di 410 milioni di accessi agli studi per rinnovo ricette, certificazioni e pratiche burocratiche e 350 milioni di contatti telefonici diretti con il medico: “Chi ha performances migliori delle nostre? Cosa dovremmo festeggiare? Il fatto che nella sostanza ci stanno segando?” si è sfogato Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami.

”Non vedo come si possa festeggiare una medicina territoriale che hanno sistemato in ultima fila senza le adeguate risorse economiche, riducendo i Medici di Medicina Generale a dei burocrati con le mezze maniche nere, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti non mediche e mettendo al palo il comparto di un sistema sanitario che ormai è ai margini dell’Europa” ha detto Angelo Testa, presidente nazionale Snami.

Il vicepresidente Domenico Salvago, ha aggiunto: “L’agenda della ripresa che il nostro sindacato propone vede come priorità quella di aumentare il compenso professionale ai Medici anche per rendere desiderabile e più attrattiva per i giovani la professione sanitaria e aumentare gli organici evitando che i Medici scappino dalla loro missione cogliendo la prima finestra pensionistica”

L’appello del sindacato alle istituzioni e alla politica è chiaro: “Aprire subito un serio tavolo di confronto, evitando soluzioni fantasiose estratte dal cilindro e prendendo atto che ogni giorno che passa la possibilità concreta a porre rimedio a questa calamità è sempre meno probabile . Al momento la festa è, obtorto collo, rimandata a tempi migliori!”.

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