In quasi due anni e mezzo di consiliatura Riccardo Mastrangeli non è mai andato “sotto” nell’aula di Palazzo Munari, nonostante strappi e prese di distanza nella coalizione. Inoltre sa perfettamente che l’unico argomento sul quale è obbligato ad avere necessariamente una maggioranza è il bilancio. Dunque ha tempo per rimodellare un’alleanza che finora è mutata tanto. Perfino di volta in volta. Prima però il sindaco vuole vedere come si comporterà il gruppo di Futura dopo le dimissioni da delegato allo sport di Francesco Pallone. La lista ha 3 esponenti, senza i quali il centrodestra scende da 18 a 15. Su un totale di 33 consiglieri. Sotto il cielo della politica frusinate però si stanno muovendo diverse cose. Intanto la collocazione di Andrea Turriziani: è stato nominato coordinatore provinciale della Democrazia Cristiana con Gianfranco Rotondi. Direttamente da Rotondi, che è iscritto al gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. Insomma, sta nel centrodestra. Andrea Turriziani è un democristiano che mai si è ritrovato pienamente in un sistema bipolare. Vero che è stato eletto nella Lista Marini, dunque nel centrosinistra. Ma la sua collocazione è indubbiamente centrista. Inoltre le convergenze programmatiche con Mastrangeli ci sono sempre state. Il Sindaco sembra avere intenzione di chiedere alla sua maggioranza una sorta di mandato esplorativo per capire quanti consiglieri attualmente in minoranza potrebbero decidere di appoggiare la sua linea amministrativa. Guarda al Polo Civico e quindi a Claudio Caparrelli. Ma pure alla Lista Marzi, composta, oltre che dall’ex sindaco Domenico Marzi, pure da Armando Papetti, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi. Al di là dell’appoggio sull’ipotesi della Stazione Tav potrebbero aprirsi altri varchi.
Nel frattempo c’è un elemento completamente trascurato. Il gruppo di Forza Italia (Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo) è all’appoggio esterno. La frattura è stata profonda e appare arduo ricucirla. Però gli “azzurri” sono tra i fondatori del centrodestra e se alla Regione Lazio la verifica dovesse concludersi con un accordo pieno, allora è probabile che nei Comuni capoluogo una riflessione andrà fatta. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore del partito nel Lazio, ha lasciato ampia libertà di azione a Cirillo e Scaccia. Il tema però necessariamente dovrà riguardare non soltanto Riccardo Mastrangeli ma anche Fratelli d’Italia e Lega. In un’ottica di coalizione. Anche se nulla può essere dato per scontato.
LA PARTITA NEL PD
Il Partito Democratico si sta avviando ad una tormentata stagione congressuale in Ciociaria. Nessuno considera però che dal febbraio 2023 (vittoria del centrodestra di Francesco Rocca alla Regione Lazio) il mondo Dem è stato completamente rovesciato. In un colpo solo il Pd locale ha perso la guida di enti intermedi come la Saf e il Consorzio industriale. Per non parlare della Provincia. Non ha eletto senatori e deputati del territorio e non ha toccato palla alle elezioni europee. Nei Comuni, per restare competitivo, ha dovuto cambiare schema e prendere in considerazione alleanze civiche e trasversali. Come a Ferentino e a Veroli. L’unico risultato ottenuto è alle regionali, dove sono fondamentali le preferenze: Sara Battisti è stata confermata alla Pisana con oltre 17.000 voti. Antonio Pompeo ha superato i 15.000 ed è il primo dei non eletti. Francesco De Angelis ancora una volta ha dimostrato che in questo tipo di terreno è altamente competitivo. Sostenendo Sara Battisti: all’epoca erano nella stessa corrente. Gli spazi si sono drasticamente ridotti per tutti e la segreteria provinciale rappresenta l’elemento chiave per preparare tutte le prossime elezioni. A meno di un cambio radicale dello scenario nazionale, il Pd sa che con l’attuale sistema elettorale nei collegi uninominali il centrodestra è imbattibile. Dunque sono proprio le candidature alle regionali i traguardi più ambiti. Lo sanno bene Francesco De Angelis e Sara Battisti. Ma pure Antonio Pompeo. Perciò…