La legge del “prima o poi” si abbatte sul Frosinone in modo quasi beffardo. Un cammino casalingo pressoché perfetto incontra la sua eccezione in una serata di febbraio in cui i giallazzurri appaiono sin dall’avvio la brutta copia di se stessi.
Il Parma, squadra dalle individualità di spicco, ringrazia e si prende tre punti utili per la propria corsa playoff.
Una serata storta può starci, sebbene non sia una necessità del mondo. È più semplicemente un’eventualità che nel corso di una stagione, anche la più bella delle stagioni, può verificarsi.
E bastano davvero pochi minuti per comprendere come stavolta l’approccio di questa squadra delle meraviglie non sia il solito.
Svagata oltre misura la retroguardia, capace di regalare due gol per disattenzioni davvero imperdonabili. Poche seconde palle conquistate e molti errori tecnici nella fase di costruzione. Però il Frosinone di quest’anno è capace di trovare in qualsiasi momento la fiammata e allora ai gol di Vasquez e Ansaldi ecco rispondere Peppino Caso, uno che non ci sta a perdere manco a tressette, figurarsi una partita davanti a 13600 spettatori.
Quell’angolino basso trovato in modo chirurgico sembra il germoglio della riscossa. Sembra, prima che un altro pasticcio difensivo consegni ai parmensi le chiavi del doppio vantaggio. Imbucata di Bernabè e retroguardia canarina ancora sorpresa dall’incursione centrale di Zanimacchia. Al riposo si va sull’uno a tre, con tanti punti di domanda e un vago senso di smarrimento.
FROSINONE, UNA RIPRESA ALL’ARREMBAGGIO
Fabio Grosso gli avrà forse semplicemente detto di scendere in campo e di fare… il Frosinone.
Detto e fatto. Nella ripresa i giallazzurri sembrano quelli di sempre e il Parma fa fatica ad arginarli. La riscossa parte dalle corsie laterali, che diventano terreno di caccia. Dal fronte offensivo di destra parte l’azione che porta a dimezzare il ritardo. Il distinto signore che difende i pali parmensi si oppone a Insigne, ma nulla può su Mulattieri, che ghermisce la sfera e la depone nella porta sguarnita. E ancora dal fronte destro nasce il gol che manda in visibilio lo Stirpe: Mazzitelli pennella per il subentrato Moro, che al volo, da grande centravanti, trova la deviazione che vale il 3/3.
Il Frosinone è anche in superiorità numerica per l’espulsione di Estevez, troppo cruento nel cercare di fermare l’inarrestabile Caso (poco dopo sostituito).
Se il calcio fosse uno sport logico, una squadra che ha 21 punti di più in classifica, che ha saputo rimontare dall’1/3 e che può beneficiare pure della superiorità numerica, vincerebbe la partita con certezza pressoché matematica.
Poiché il calcio è tutto meno che un esercizio di logica deterministica, ecco che il Parma in dieci, stordito dal doppio schiaffo, assalito dall’ombra lunga di una sconfitta beffarda, trova di nuovo il vantaggio.
C’è un altro signore nel Parma, un po’ meno distinto del Gigi nazionale. Mentre l’altro ha salutato con rispetto la Curva Nord, guadagnandosi applausi e rispetto, lui dopo il gol dell’uno a zero l’ha provocata, perché Vasquez, “El Mudo”, è fatto così.
Però a calcio sa giocare e allora eccolo disegnare una traiettoria maligna che punisce e sorprende Turati, restituendo il vantaggio ai ducali.
Ci sarebbe ancora tanto tempo per cambiare copione, c’è una superiorità numerica che diventa doppia, ma non ci sono le idee giuste. Impossibile sfondare al centro, dove il Parma ha una densità quasi innaturale, e dalla corsie i subentrati Frabotta e Baez non trovano la parabola giusta: semplici le letture per Gigi Buffon. Ora c’è anche Borrelli a centro area, pronto a carpire l’attimo, come avvenne col Bari. Il cronometro però è il peggior nemico e alimenta frenesie, annebbia le idee. Un’incursione di Baez è stroncata in modo maldestro, ma per Maggioni non è rigore e il Var non obietta.
E allora questo 3/4 va agli archivi, primo ko casalingo della stagione, prima amarezza nel fortino di casa. Poteva starci, prima o poi.
LE PAGELLE DEI CANARINI
Turati 4: meglio condensare gli errori tutti in una serata, col cristiano proponimento di non commetterne più.
Sampirisi 5: impreciso e un po’ impacciato in fase d’impostazione.
Kalaj 5,5: non esente da errori, ma se non altro tonico e gladiatorio.
Lucioni 4: fatichiamo a credere fosse davvero lui, ma una giornata così può capitare anche ai migliori.
Cotali 6,5: il migliore per dinamismo e lucidità. Peccato per il giallo che gli costa la squalifica.
Frabotta 5,5: troppi cross sui piedi degli oppositori o tra le braccia di Buffon.
Rohden 5: pasticcia oltre il lecito e non è il solito incursore ispirato.
Bidaoui 5,5: tanta buona volontà e una conclusione non distante dai pali parmensi.
Mazzitelli 5,5: bello il cross per Moro, ma un primo tempo davvero sotto tono.
Boloca 6: cresce vistosamente nella ripresa ma perde l’attimo per un paio di tiri plausibili dal limite dell’area. Anche lui salterà Ferrara.
Insigne 5,5: estri appannati anche per Robertino, che però propizia il secondo gol canarino.
Baez 5,5: entra subito nel vivo della contesa, ma si spegne quando tutti si aspettano l’acuto
Mulattieri 6: il gol gli vale la sufficienza, ma nel primo tempo fa davvero tanta fatica
Moro 6,5: un grande gol e una presenza costante e minacciosa nell’area parmense
Caso 7: segna un bel gol, fa espellere Estevez ed esce forse troppo presto
Borrelli 5: vorrebbe tanto incidere, ma i pochi palloni giocati non confortano le sue buone intenzioni
Grosso 5,5: per una volta il suo Frosinone non comanda a centrocampo (almeno nel primo tempo). Bella reazione nella ripresa, ma quel Vasquez meritava forse più attenzioni