Ieri sera poco dopo le 19, l’acclamazione per Domenico Marzi. E poi il suo intervento. Che comincia con l’emozione di un uomo ritrovatosi improvvisamente al centro della cronaca politica di queste pazze elezioni comunali di Frosinone quando pensava di aver staccato il cordone ombelicale con le vicende di partito, con le campagne elettorali, con ogni tipo di competizione. Con le riunioni, i congressi, le correnti…
Da Memmina va in scena “il ritorno di Memmo” e il gioco di parole ci sta tutto. Il richiamo della gente del Pd all’uomo che per nove anni ha governato Frosinone. Nove anni tutto sommato belli, quelli della Villa Comunale e dell’ascensore inclinato. Quelli in cui ancora reggeva la speranza di uno sviluppo e di una crescita che purtroppo non sono più arrivati.
“Quello che dirò a Nicolino e a Riccardino – dice suscitando l’applauso della sala – è come mai non è stata promossa l’azione di responsabilità verso chi ha costruito l’ascensore inclinato. Perennemente fermo da dieci anni. E mi fa ridere che pensano di raddoppiare le linea. Come se al centro storico, oltre a casa mia e a quella di Francesco De Angelis ci fossero da ammirare le opere di Jacopone da Todi. Pensassero a far funzionare quello esistente e a lavorare per un vero rilancio della parte alta di Frosinone. Una città senza un centro storico vivo, attivo, funzionante e frequentato è una città senz’anima”
Parla della sua candidatura, Rimprovera il Pd, come se avesse letto il nostro pezzo Quattro motivi per cui la candidatura di Marzi è una sconfitta del Pd, per il fatto di non aver fatto crescere una classe dirigente di giovani. “Non vorrei che nel 2027 – esclama Memmo – si dovesse andare a cercare un altro Marzi. Ecco perché ho chiesto di schierare al mio fianco una lista di giovani. Stesso discorso per le donne. Nel Pd di Frosinone dobbiamo averne di più.”
Parla della “cultura”, della necessità di andare oltre la festa dei Santi Patroni e della Radeca, e di moltiplicare le proposte che costituiscono “arricchimento” per i giovani. Inorridisce alla spesa paventata di 8 milioni per ristrutturare il Nestor, “ne bastano 2 per farlo nuovo”, e gioca su Nicola Ottaviani, mettendolo nel novero dei sindaci ai quali piace essere “infasciati”. Sul podio è il solito istrionico Marzi. Quello divertente e padrone della scena. Ironico, pungente e carismatico come pochi. Lo slogan con il quale chiude Memmo è un richiamo all’impegno del Pd “Vincere con il partito per far vincere Frosinone”.
La presentazione si chiude con l’intervento del senatore Bruno Astorre che richiama al massimo impegno il Pd del capoluogo. Prima di lui Luca Fantini aveva evocato Marini (in molti hanno capito addirittura che il segretario provinciale avesse indicato la presenza di Michele in sala, un giallo…) parlando piuttosto convinto di una sua candidatura (il ritorno di Marini nel progetto Marzi, questa si che sarebbe una notizia clamorosa). Astorre chiude invitando Norberto Venturi alla foto di gruppo e allude ad un presunto accordo per la candidatura dei fantastici quattro nella lista dei democratici (Marini, Venturi, Pizzutelli e Cristofari). Ma se è la lista dei buoni propositi o il nuovo corso del Pd lo scopriremo solo vivendo.




