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Il rimpasto in Campidoglio agita la maggioranza. Areadem e zingarettiani mirano al posto della Lucarelli

Marco Battistini
Ottobre 18, 2024

In Campidoglio è iniziata la road map per i vari passaggi formali che porteranno all’ingresso dei due nuovi componenti nella giunta Gualtieri, a seguito delle dimissioni di Miguel Gotor da assessore alla Cultura e dell’avvicendamente al Personale che ha visto uscire Andrea Catarci, prossimo direttore dell’ufficio di scopo “Giubileo della Partecipazione”.
Il 28 ottobre dovrebbe svolgersi la prima Assemblea capitolina con i due nuovi assessori Giulio Bugarini e Massimiliano Smeriglio, rispettivamente al Personale e alla Cultura, nel pieno delle loro funzioni. In questi giorni e nella prossima settimana si sono susseguite riunioni tra gli assessori uscenti, quelli entranti e Albino Ruberti, nuovo caposegreteria del sindaco Gualtieri al posto di Giulio Bugarini, per i vari passaggi di consegne che ci saranno. Fonti del Campidoglio fanno sapere che dovrebbe partire la lettera del sindaco alla presidente dell’Assemblea, Svetlana Celli, per la convocazione del Consiglio comunale nel quale il primo cittadino presentera’ ai consiglieri capitolini i due nuovi volti del governo della città. La data prescelta dovrebbe appunto essere quella di lunedì 28 ottobre.

POSSIBILE CAMBIO ULTERIORE

Il rimpasto potrebbe coinvolgere una terza figura. La più indiziata in queste ore sembra essere quella di Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità, capolista della Lista Civica Gualtieri alle comunali del 2021, e la cui azione non metterebbe d’accordo proprio tutti. L’ipotesi alla quale si sta lavorando sotto traccia sarebbe quella di dare quell’assessorato ad Areadem o agli zingarettiani (contraddicendo ulteriormente, nel caso, le parole di Gualtieri sul bilancino tra le correnti Pd) per rimettere insieme tutti i cocci. Ma non è detto che basti. Perché, secondo alcuni rumors, la critica dem al rimpasto blitz non aveva lo scopo di ottenere l’assessorato dato a Bugarini, ma di aprire un confronto su quanto si sta facendo in città e cosa ancora manca. In questo quadro non sarebbe rimesso in discussione solo l’assessorato della Lucarelli. Spegnere i fuochi in Campidoglio significa anche mettere fine alle turbolenze che si sono aperte anche in Consiglio regionale. Il capogruppo dei dem, Mario Ciarla (“alleato” del deus ex machina in Comune, deputato Pd e guida della corrente Rete Democratica, Claudio Mancini), doveva essere la cerniera del rapporto tra i dem in Comune, quelli alla Pisana e insieme nel rapporto col governatore del Lazio, Francesco Rocca. Non solo questa cosa non sta accadendo, piuttosto il presidente della Regione si interfaccia quasi esclusivamente col sindaco Gualtieri, ma lo stesso Ciarla non sapeva (come tutti i consiglieri regionali del resto) del rimpasto blitz e questo potrebbe finire per mettere a rischio il suo ruolo di capogruppo. Non manca qualche spinta interna per prendere il suo posto e se si arrivasse al redde rationem i numeri dentro il gruppo non giocherebbero a suo favore.

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