Un blitz che rischia di trasformarsi in un boomerang. Il rimpasto lampo (e a sorpresa) di giunta operato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri (dentro Massimiliano Smeriglio alla Cultura e Giulio Bugarini al Personale, che prendono rispettivamente il posto di Miguel Gotor e Andrea Catarci), e comunicato lunedì sera, ha lasciato qualche segno. Soprattutto dentro il Pd di Roma. Non tanto nel gruppo in Campidoglio, che il sindaco ha incontrato quasi nell’imminenza dell’annuncio pubblico dei due cambi e dal quale però avrebbe ricevuto più “piccole liste della spesa” che richieste di motivazione della sua scelta, quanto nel partito. Secondo diverse indiscrezioni, i malumori interni al mondo dem nascono dal fatto che il rimpasto sarebbe avvenuto senza alcuna condivisione col partito di maggioranza relativa della coalizione che guida la Capitale. Tanto che il segretario romano, Enzo Foschi, pare non sia stato nemmeno avvisato della decisione (alcune voci dentro Palazzo Senatorio raccontano di una telefonata che sarebbe partita dal sindaco ma senza risposta a causa dell’assenza di campo).
MALUMORI E AMAREZZA
Ai mal di pancia sul metodo, peraltro dopo che nei mesi passati il primo cittadino aveva rispedito al mittente i tentativi di cambi nel suo esecutivo, si aggiungono quelli sul merito delle scelte operate. Non tutti sono convinti della bontà della nomina di Giulio Bugarini, capo segreteria uscente di Gualtieri e a lui molto legato, al Personale; mentre quella di Smeriglio per alcuni è “la profezia di Goffredo Bettini che si avvera”, ricordando ciò che lo stesso Bettini scrisse su Facebook lo scorso 27 gennaio all’indomani dell’uscita di Smeriglio (allora eurodeputato) dal Pd per poi candidarsi all’Europarlamento (senza essere eletto) sotto le insegne di Avs: “Quando si allontana un dirigente del valore di Massimiliano Smeriglio, resta sempre l’amaro in bocca. E’ stato un protagonista del governo della Regione negli anni migliori di Zingaretti; sono sicuro continuerà ad esserlo a Roma con il sindaco Gualtieri”. Sabato sono in programma la direzione e l’assemblea romana del partito. C’è da scommettere che li’ troverà spazio la discussione politica che finora si sta muovendo sottotraccia. Sempre che il doppio appuntamento non venga sconvocato.