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In Ciociaria non si vola, non si sfreccia e non si protesta

Massimo Pizzuti
Il progetto della quarta pista all’aeroporto di Fiumicino fa capire chiaramente quali siano le reali intenzioni per il potenziamento degli scali aeroportuali del Lazio. Quanto alla Stazione Tav Rocca ne parla con convinzione ma continua a latitare l’assessore Ghera insieme a tutti i nostri consiglieri regionali. Mentre qualcuno prova ancora a riesumare Gianfranco Battisti (quello della presa in giro zingarettiana di qualche anno fa)
Marzo 3, 2025
Fabrizio Ghera e Francesco Rocca

Il dossier è a Palazzo Chigi da un anno. Precisamente dall’aprile 2024. E riguarda, come ha rivelato Il Corriere della Sera, la realizzazione della quarta pista per l’aeroporto di Fiumicino, che nel 2024 ha contato 50 milioni di passeggeri. Andando però in sofferenza in diverse occasioni. Infatti il masterplan di Aeroporti di Roma punta ad una struttura in grado di ospitare senza problemi 100 milioni di passeggeri all’anno. L’ampliamento è parametrato su 260 ettari, 85 dei quali di parco. Ha scritto il Corriere: “La quarta pista verrebbe realizzata all’interno del “sedime”, parallela alla pista 3 (già esistente), più lontana dalle case. Mentre la pista 1 verrebbe accorciata di 400 metri e utilizzata in alcune fasce di picco, qualora vi fosse reale necessità”. D’altronde le politiche di espansione dei principali scali aeroportuali sono all’ordine del giorno ovunque: Lisbona, Londra (Heathrow e Gatlik), Istanbul. Sul piano strettamente politico il Corsera fa capire come stanno le cose e chi sia al timone: “Tecnicamente il dossier dell’allargamento è gestito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. “Politicamente” il faldone è a Palazzo Chigi”. Fra l’altro ad aprile 2024 c’è stato un importante incontro fra Giampiero Massolo, presidente di Mundys (holding che controlla la società di gestione di Aeroporti di Roma) e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del consiglio.
Sarebbe il caso di mettere dei punti fermi in quello che è il dibattito per il rilancio della provincia di Frosinone. Visto che ciclicamente si torna a parlare di uno scalo aeroportuale civile nel capoluogo, fondamentale per decongestionare gli hub romani. In realtà, però, alla fine ogni tipo di scenario va ad interessare sempre e soltanto la Capitale. Al di là di quelli che sono gli impegni, gli interventi e i progetti che vengono messi in campo. Fatto sta che l’aeroporto di Frosinone non decolla mai. Quante volte abbiamo sentito dire che sarebbe stato il terzo scalo del Lazio? Quante volte si è parlato della possibilità che la struttura “ciociara” serviva per decongestionare Fiumicino o per “sostituire” Ciampino? Cosa è davvero successo? Nulla.
Ma c’è un altro elemento sul quale ragionare.
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, nella recente conferenza stampa sui due anni di governo, ha detto chiaramente che soltanto la realizzazione di una Stazione Tav tra Ferentino e Supino potrebbe davvero dare una spinta importante allo sviluppo della Ciociaria. Ma quell’infrastruttura andrebbe immaginata e declinata come un’opera di bacino, con un compasso di 80 chilometri, in modo da poter essere attrattiva pure per chi proviene dalla provincia di Latina, dall’Abruzzo e perfino da alcune zone del Molise. Non a caso Rocca ha citato l’esempio della Stazione Tav di Reggio Emilia, baricentrica e funzionale ad un territorio molto vasto. Il problema però è che non ci sono progetti concreti, come si è capito chiaramente nella seduta della competente commissione regionale del novembre scorso. Ferrovie dello Stato e Rfi erano in palese difficoltà per la mancanza assoluta di proposte e di possibili finanziamenti. Dunque è perfettamente inutile continuare a discutere di certe tematiche a livello teorico e di buone intenzioni.
Soprattutto se poi l’atteggiamento dei nostri consiglieri regionali (di maggioranza e opposizione) difronte alla squallida recita tra Fs e l’assessore Fabrizio Ghera in commissione trasporti non si è tradotta in un minimo di contrapposizione formale e non.
La provincia di Frosinone continua a perdere residenti e occasioni, arretrando paurosamente sul versante produttivo e occupazionale. La crisi Stellantis sta dando il colpo di grazia ad un sistema che non può permettersi il crollo dell’indotto dell’automotive. E invece è proprio questo che sta succedendo. In difficoltà ormai sono tutti in Ciociaria: non soltanto le piccole e medie imprese. Perfino quelle più grandi. Inoltre le multinazionali non si avvicinano. Soltanto le infrastrutture finalizzate a potenziare i collegamenti potrebbero determinare un’inversione di tendenza. Ma ormai è evidente a tutti che nessuno vuole davvero investire per uno  scalo aeroportuale in Ciociaria.
Relativamente alla Stazione dell’Alta Velocità, sono passati anni da quando si era detto che le due fermate a Frosinone e Cassino avrebbero dovuto rappresentare solo il primo passo. Lo diceva con finalità evidentemente diverse quel Gianfranco Battisti (non si sa per quale stranissima congiunzione astrale finito a fare addirittura l’ad di FS in quei tempi) che ora qualcuno vorrebbe premiare, per quella mastodontica presa per i fondelli architettata con Zingaretti, mettendolo alla presidenza di una nostra banca. Nel frattempo nulla è cambiato invece. E si è finiti sul solito binario morto. Al caro assessore Ghera che in occasione della commissione trasporti prenatalizia si preoccupava del calendario delle feste per
incastrare una successiva seduta ricordiamo che Natale è passato da tempo, le luminarie per le strade non ci sono più e che tra qualche settimana è Pasqua.

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